Ottima scelta, Alessandro! I Blackeyed Susan sono stati uno di quei tanti gruppi usciti sulla scena nella seconda metà anni ottanta, primi novanta, che purtroppo non sono andati oltre al disco di debutto (di nomi ne farei a decine) un po' per una scena satura ma soprattutto per l'avvento del grunge. Questo disco (a cui darei anche un 8 pieno) puzza lontano un chilometro di Black Crowes e Quireboys, ma sopratutto dei Cinderella di Heartbreack Station, con quella vena sudista sempre presente, anche grazie ai controcori gospel, valorizzata dalla voce di Davidson, ottimo come non mai. Magari un filino lungo, ma il disco scorre che è un piacere. Peccato che sia rimasto un unicum.