Immaginate di intraprendere un viaggio affascinante, che vi porta ad esplorare le oscure ed inesplorate profondità dell’esistenza e di ritrovarvi improvvisamente a stretto contatto con le corde più suscettibili, ma anche più tenebrose, della sensibilità umana, avvertendo emozioni contrastanti, ma in fondo paradossalmente, nemmeno troppo differenti tra loro. Ecco, questo turbinio di sentimenti, immortalato abilmente dal malinconico artwork, in cui viene raffigurata la caduta del soggetto verso l’abisso, è il preciso stato d’animo che si prova ascoltando
The Great Nothing, terzo lavoro in studio, dei bravissimi
Nightland.
La band pesarese, fondata nel 2007 dall’ottimo chitarrista/cantante
Ludovico Cioffi, affiancato come sempre, dai fedelissimi
Filippo Scrima all’altra chitarra,
Filippo Cicoria alla batteria e
Brendan Paolini al basso, esprime in quest'ultimo disco tutto il proprio potenziale, attraverso il suo inconfondibile sound che fonde abilmente ed in maniera equilibrata, un death metal particolarmente aggressivo ed intransigente, a delle partiture più accessibili, arricchite a loro volta, da opulente aperture orchestrali.
Ne nasce un album decisamente convincente e spontaneo, ma soprattutto assai intimo, grazie alle sue composizioni, che si reggono su coinvolgenti melodie aggraziate ed enfatizzate, a loro volta, da ridondanti parti sinfoniche, che si fanno strada sin dall’iniziale
The Conjuction Of Benetnash.
Il lavoro delle chitarre è encomiabile, sia in fase di costruzione musicale dei pezzi, sia dal punto di vista degli assoli, mentre la sezione ritmica è in continua mutazione, conferendo alle canzoni una piacevolissima sensazione di imprevedibilità, come nell’affascinante
Shade Of A Lowering Star, in cui l’atmosfera oscilla perennemente, tra un'istintiva e viscerale aggressività sonora, ed una musicalità a tratti poetica.
Man mano che le varie tracce scorrono, danno la sensazione di essere legate dallo stesso filo conduttore, quasi a voler formare un concept e questa situazione raggiunge il suo apice in corrispondenza degli ultimi 3 brani, che effettivamente rappresentano i diversi capitoli della title-track, quanto mai convincente ed incisiva e, al tempo stesso, sognante ed introspettiva, saggiamente suddivisa in 3 atti, trattandosi di un brano assai articolato, con influenze progressive, sia sotto il profilo strutturale che melodico.
The Great Nothing è, come si diceva all'inizio, un vero e proprio viaggio musicale, che trasuda passione e trasmette emozioni, spesso dal sapore agrodolce, capace di catturare l'attenzione dell'ascoltatore dall’inizio alla fine. Si tratta di un lavoro in cui il death metal non è mai fine a sé stesso, ma al servizio delle orchestrazioni (curate sempre da
Ludovico Cioffi), ma si può tranquillamente affermare anche il contrario, in quanto l’album è pregno di musicalità, ma mai stucchevole e prima di correre il rischio di sfociare nel melenso, i
Nightland riprendono abilmente le briglie della loro creatura, tornando saggiamente a picchiare duro, secondo i canoni della musica estrema, ma sempre con cognizione di causa, riuscendo a toccare con mano, le emozioni più intime dell’anima, ora colpendole violentemente, ora accarezzandole delicatamente e stimolando costantemente l’immaginazione della mente umana.
Non resta che augurare "buon viaggio", a tutti coloro che vorranno mettersi all’ascolto di
The Great Land.