Hogtooth - You Can't Handle The Tooth (EP)

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:30 min.

Tracklist

  1. VOICELESS CRIES
  2. PEACE IS LONG PAST GONE
  3. PLAGUING THE FREE
  4. ANOINTING OF THE SICK
  5. HISTORY IS HISTORY
  6. SCREAM

Line up

  • Logan: bass
  • Dean: drums
  • Allen: guitars, vocals
  • Justin: guitars

Voto medio utenti

Nati già nel 2018, ecco presentarsi in questo 2021 gli Hogtooth, con la loro prima pubblicazione in assoluto, un EP intitolato "You Can't Handle the Tooth", titolo che non so voi, a me ha ricordato un po' quello di "You Cant' Handle The Truth", la scena tratta dal film Codice D'Onore del 1992. Ok, svarioni a parte, torniamo sul pianeta Terra, parlando di questo quartetto di ragazzi ben affamati di metal classico con tratti speed a non finire.

Siamo alla fine dell'anno, e di uscite classiche degne (anzi degnissime) di nota ne abbiamo avute, quindi la domanda sul perchè dovreste sentire questo EP in aggiunta è più che lecita. Cosa può lasciarmi? In termini di capolavoro sulla lunga, ma anche breve distanza, assolutamente nulla. In termini invece di buona musica, di quella che non si piazza nel dimenticatoio dopo due ascolti, ma che ritorna in mente nelle occasioni opportune, molto.

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Sei canzoni, che in una mezz'oretta scarsa fanno vedere globalmente tutto quello di cui gli Hogtooth son capaci. Dalla partenza al fulmicotone con "Voiceless Cries", dove è la voce di Allen Byng, che in certi tratti più bassi mi ha ricordato quella di Scott Reagers dei Saint Vitus, a farla da padrone, ai riff più massici di "Anointing of the Sick", che vanno a costruire un pezzo davvero riuscito, dove i cinque minuti abbondanti sembrano infinitamente meno. Una grande abilità dunque quella mostrata dagli Hogtooth, capaci di costruire in maniera adeguata i pezzi, senza infarcirli di inutili arrangiamenti, e un altro esempio potrebbe essere "Peace Is Long Past Gone". Un po' di cavalcata stile maiden in "History Is History", mentre in "Scream" la voce di Byng si fa ancor più acida, e stavolta sembra di sentire l'energia dei primissimi Lizzy Borden, con uno scambio di assoli sul finale veramente da applausi.

Sperando che non ci voglia troppo agli Hogtooth per pubblicare un full length, le aspettative sono sicuramente alte. La band dimostra di sapersi già giostrare in territori apparentemente difficili, ma dove riesce invece ad assestarsi molto bene. Da tenere sott'occhio.
Recensione a cura di Francesco Metelli

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