L'anno scorso, il mini cd di debutto degli americani
Stormkeep, lo spettacolare
"Galdrum" era finito, di diritto, nella mia personale top ten 2020 grazie alla sua primordiale miscela di black metal ed atmosfere medievali che aveva risvegliato in me antichi sapori ed emozioni fortissime.
Potete capire, credo, quanto aspettasi il loro primo album di lunga durata, questo
"Tales of Othertime", sempre edito dalla gloriosa
Ván Records, che avevo pre ordinato quando ancora il gruppo stesso non aveva finito di comporlo...
Sul web avevo, poi, iniziato a vedere circolare la copertina dell'album ed a leggere i commenti entusiastici per lo stile fantasy della stessa e, improvviso, nel mio cervello si era insinuato il dubbio.
Non è che gli americani si trasformeranno nei Blind Guardian del black metal? Non è che ci saranno trombe e trombette?
Questo mi dicevo.
Mmmm....
Allora, appena mi è arrivato il doppio CD, in edizione speciale con un secondo dischetto solo strumentale di dungeon synth, ho avuto timore a metterlo nello stereo (si, io non ascolto la roba su YouTube) convinto che ne sarei stato deluso.
Ci avevo beccato?
In parte si.
Ma non come mi sarei aspettato.
Rispetto a "Galdrun" il nuovo lavoro è più pomposo, più cinematografico, più melodico e meno grezzo e una certa virata verso partiture dal sapore power abbastanza evidente, tuttavia, fortunatamente per chi scrive, gli
Stormkeep sono rimasti fedeli a se stessi ed il loro suono, sebbene "abbellito", è riuscito, di nuovo, a portarmi indietro nel tempo ed a conquistarmi con le sue atmosfere medioevali fuse all'interno della violenza del metallo nero, sebbene tale violenza si sia stemperata con arrangiamenti maestosi e strutture sonore più articolate ed evocative rispetto al recente passato.
In poche parole,
"Tales of Othertime" ha perso in oscurità e guadagnato in magnificenza, ma non si è piegato alle stupidaggini da cinema che troppo spesso inficiano la musica metal, non solo estrema ovviamente, ed è rimasto, per tanto, un album guerresco, ricco di melodie esaltanti e di epiche partiture possenti come se i Dimmu Borgir di "Enthrone Darkness Triumphant" si fossero dedicati ad una ricerca storica sul Medio Evo e si fossero reincarnati in questi
Stormkeep che, nonostante le mie paure, sono nuovamente riusciti a commuovermi.
Certo, avrei preferito che il gelo e la misantropia fossero protagonisti, ma, come si dice, non si può avere tutto dalla vita e non posso accusare il gruppo di essersi evoluto e di aver, forse, preteso di cercare un pubblico più ampio poiché la qualità, quella si, non si è svenduta e l'anima, tutto sommato, è rimasta nera e battagliera.
"Tales of Othertime", quindi, è un album bello e coinvolgente, strutturato molto bene tra passaggi acustici e riffing tagliente, con atmosfere mozzafiato ed una componente "ambient" che concorre a portarci tutti verso un'epoca ormai dimenticata e ricca di antichi valori mai, davvero, persi.
Ancora, quindi, non mi resta che chiudere augurandomi che si innalzino i vessilli al cielo e si scenda sui campi di battaglia alla ricerca del proprio onore e della propria gloria.
ps: il secondo cd composto, come vi dicevo, di dungeon synth, vi sarà utile dopo il combattimento per curare le ferite e riflettere sulla gloria del cavaliere che è in voi.