Forse con un pizzico di anticipo sui tempi, i
The Unity, che alle spalle hanno solo tre full length, danno alle stampe il loro primo Live Album.
Premettiamo innanzitutto che "
The Devil You Know - Live" è stato registrato davanti a un vero pubblico, non durante degli show in streaming, e in effetti nello scorrere dei pezzi il feeling live è davvero tangibile. Non si tratta però della testimonianza di un unico concerto, qui sono state, infatti, raccolte diverse registrazioni risalenti al periodo 2017-2020 dai loro tour in Germania e in altri paesi europei. Facile quindi guardare a "
The Devil You Know" come ad un
Best Of di questa band, che presenta tra le proprie fila musicisti come
Michael Ehré e
Henjo Richter, entrambi da quei Gamma Ray da un po' di tempo a questa parte in stand-by a causa degli impegni di Kai Hansen con gli Helloween.
Va inoltre segnalata la presenza, dietro al microfono, del nostro connazionale
Gianbattista Manenti, il nuovo cantante dei Odd Dimension, e anche lui, come la quasi totalità dei musicisti che fanno parte dei
The Unity, proveniente dai Love.Might.Kill..
Nell'occasione
Manenti conferma non solo di avere una gran voce ma anche di saper tenere la scena senza problemi. Eccolo, ad esempio, gigioneggiare prima nell'introdurre "
No More Lies" e poi nel corso di "
Never Forget", e comunque sempre in grado di tenere le redini a brani a cavallo tra il Power ed il Melodic Metal. Un equilibrio che oramai contraddistingue lo stile del gruppo, abile a giostrarsela tanto nella sua proposta più powereggiante ("
Last Betrayal", "
Firesign", "
Close to Crazy") quanto in quella più catchy, ben formulata in brani come "
Welcome Home", "
The Storm", "
We Don't Need Them Here" o la conclusiva "
Never Forget".
Per l'intervallo temporale cui risalgono le registrazioni, è stato possibile dare spazio ai primi due album, "The Unity" (2017) e "Rise" (2018), mentre dall'ultimo "Pride", uscito nel 2020, hanno fatto giusto in tempo a recuperare la sola "
We Don't Need Them Here", dato poi che a causa dei limiti imposti a causa del Covid-19 non lo hanno praticamente potuto promuovere dal vivo.
La mano di
Achim Köhler, riesce a evitare l'effetto collage e a mantenere l'impatto live, subito ben evidente nelle pulsanti "
Last Betrayal" e "
No Hero", giustamente piazzate in apertura e ben aizzate dal drumming di
Ehré.
Vista, o meglio sentita, la resa live del sestetto e delle loro canzoni, mi auguro di poter assistere quanto prima a un loro concerto. Per il momento... ripasso e resto in attesa del loro prossimo studio album.
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