La tristezza dell'introduttiva "
Solitude" lascia spazio alla titletrack, la mediovaleggiante "
Arnea", subito caratterizzata dal violino di
Maike Fink e dal flauto di
Fabian Zechmeiser, anche cantante nei
Nemoreus, qui al loro album d'esordio.
La band svizzera si è formata recentemente, solo nel 2016, e ha poi rilasciato un demo ed un EP, e prima di esordire si è tolta anche diverse soddisfazioni, come quella di suonare al Wacken Metal Battle del W.O.A. del 2019.
Diciamo subito che la proposta dei
Nemoreus è sbilanciata verso la componente Folk e Celtica e meno verso quella Rock, con il Metal che viene solo sfiorato nei momenti in cui si alzano i ritmi, come avviene nel corso di "
Mountain High" o di "
Pain", quest'ultima sospesa in una infruttuosa ricerca di soluzioni catchy e moderniste.
Li scopro meglio alle prese di altri episodi come "
Des Berges Spitze" (una bella ballad cantata in tedesco), "
The Watcher's Gift", l'arrembante strumentale "
The Miller" o l'articolata "
Mondmaid". Situazioni più ponderate ed eleganti in cui i
Nemoreus sembrano trovarsi a loro agio, a debita distanza da facili pulsazioni danzerecce (ci cascano con "
Sucus Nemoreus"), pagane o estreme, di altre realtà cui potrebbero venire accostati.
Credo però che i
Nemoreus debbano ancora trovare la misura giusta e andare a mettere a fuoco la loro proposta musicale, che al momento appare ora ancora un po' indecisa.
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