Imbattersi in una thrash metal band svizzera che fa della mitologia greca il proprio mantra, potrebbe sembrare un’autentica bizzarria, eppure è quello che vi accadrebbe qualora doveste accidentalmente entrare in contatto con
Ilion (nome tratto da un sobborgo occidentale di Atene), interessante debut dei rossocrociati
Akroasis (parola che, nel greco antico, esprime la facoltà, propria dell’essere umano, di riconoscere l’aspetto artistico delle cose).
La formazione proveniente da Kerzers ci regala, con questo disco d’esordio, un lavoro di buona fattura in cui, il solido metallo thrashioso e tagliente, di origine tipicamente americana, piuttosto che teutonica (altra bizzarria, considerando il paese di provenienza del gruppo), viene forgiato con il fuoco della passione, combinato con scelte melodiche convincenti ed arricchito, a sua volta, da robusti ed velenosissimi riffs, opera dei due chitarristi
Christof Schafer e
Marcel Knupp, protagonisti assoluti di
Ilion.
Funziona molto bene anche la sezione ritmica, a cura del bassista
Hänsu Zürrer e del batterista
Gerhard Baeriswyl, i due danno vita a pezzi molto tirati, quali le rocciose
Master Of The Gods,
Human Sacrifice, la drammatica
Patroclus o ancora la roboante
Watershed. Da rimarcare come, in tutte queste tracce, nonostante delle strutture musicali nevrotiche ed elaborate, ed un cantato particolarmente cavernoso, le linee melodiche non vengono mai sopraffatte dall’aggressività e cosi, all’interno di un brano particolarmente pesante, può capitare di imbattersi in refrains, o in occasionali aperture vocali, ad opera del vocalist
Mike Brügger, insolitamente ariose che, nella maggior parte dei casi convincono, anche se talvolta, come avviene nella opener
Ulysse’s Fate o in
Doomed, si rivelano eccessive e un pò stucchevoli, va da sé che il brano ne risente, perdendo mordente e risultando, ma solamente in quei frangenti, piuttosto debole. Tuttavia, è bene rimarcarlo, si tratta di episodi sporadici, perché nel complesso il disco si funziona benissimo.
Insomma, per essere un esordio assoluto, difficilmente il debutto della band elvetica avrebbe potuto essere migliore;
Ilion è un lavoro convincente per intensità, spontaneità ed aggressività; a tratti sembra assumere le sembianze di un rullo compressore, pronto travolgere tutto ciò che incontra, poiché le chitarre macinano di continuo riffs massicci e assoli sanguinosi eppure, la band non rinuncia mai a delle affascinanti aperture melodiche che, alla lunga, sono il vero e proprio valore aggiunto del disco.
E quindi, in conclusione, bravi
Akroasis! Come si dice: “Se son rose....”
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