Un secondo album che vaga molto nell'anonimato quello dei
Dreams Of Fragments che, già attivi dal 2017 e poi due anni dopo con
"Reflections Of A Nightmare", non imparano dai propri errori e insistono nel proporre un symphonic metal davvero prolisso e senza capo nè coda. Sono poi dell'opinione che, in forma maggiore rispetto ad altri generi, il symphonic metal può stancare molto facilmente se prodotto con i soliti clichè che tutti conosciamo da almeno venticinque anni.
Solita voce operistica che si confonde tra le tante, fin troppe, riff che vogliono apparire aggressivi, ritornelli sentiti almeno migliaia e migliaia di volte, e una produzione bombastica. Ecco, quest'ultimo punto non è presente su
"When Echoes Fade", dato che perlomeno la band mette in risalto tutti gli strumenti, a partire dalla batteria che suona davvero bene.
Purtroppo il suono della batteria però, non può da sè dare una sufficienza a
"When Echoes Fade". Certo,
"By The Sea Forever" ha un bell'andamento quasi epico, e
"The Queen's Crown" ha dalla sua un ottimo riff, ma il resto è davvero la fiera del luogo comune del symphonic metal. Non c'è un pezzo che riesca a stamparsi in testa, da
"Hey You" all'imbarazzante
"We Shout Again", passando per la 'battagliera'
"Rage And Fire", che di violento ha davvero ben poco. Oltretutto, i
Dreams In Fragments hanno deciso di allungare ancor di più la durata rispetto al lavoro precedente, fattore che contribuisce al facile senso di stanchezza dopo neanche pochi minuti dall'ascolto.
Nulla, la band svedese non è riuscita neanche stavolta a colpire nel segno. La speranza è certamente l'ultima a morire, ma se i Dreams In Fragments dovessero scegliere di continuare su questa strada, la vedo davvero buia.
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