Già all'attivo da un po' di anni, precisamente dal 2006, tornano a cinque anni dall'ultima prova in studio i Sister, band svedese che mischia nelle proprie sonorità un po' di punk più becero, qualche nota veloce alla Motorhead, qualche spruzzata melodica Power Metal qua e là, il tutto condito da riff alla Judas Priest con una voce bella aggressiva.

Avrete già capito quindi che non stiamo parlando di una band che necessita di ripetuti ascolti, e dove dietro i significati dei singoli pezzi troverete una metafora sull'esistenza e sulla vita, ma di tanta, tanta energia ed adrenalina che i Sister sembrano quasi volerci scatenare addosso, come liberazione da questi cinque anni appena passati. Quel po' di tamarragine, vigore, e veemenza che non fanno mai male nella vita, dunque.



"Vengence Ignited", questo il nome scelto, non presenta (come si ci fosse il bisogno di esplicitarlo) neanche un momento rallentato nei suoi 36 minuti di durata, fatta eccezione per "Whispering Winds", semiballad davvero imbarazzante, dato che già dalla tiratissima "Bring Out The Dead", i Sister fanno capire le loro intenzioni. In tutto il full length quello che spicca, come detto, è la voce piena di intensità, grezza, e affilata come rasoio di Jamie Anderson, che sulle varie "Scream For Pleasure" (tolti quegli imbarazzanti la la laa iniziali come cori), "Psycho Trilling" (ispirazione dai Primal Fear qui nettissima), o nella finale "One Last Ride" non manca mai di mostrare la sua potenza. Ottimo anche il comparto degli assoli, che seppur nella loro brevità, non mancano mai di buon gusto e sopratutto non vanno a creare solo confusione uditiva.

Certo, i Sister non vi cambieranno la vita, o credo non sposteranno la classifica delle migliori uscite del 2021 appena passato, ma un ascolto mi sento comunque di consigliarvelo. Breve, veloce, e coinvolgente. Fossero tutti i dischi così.