I britannici
Vardis sono una delle bands più sottovalutate nella storia della Nwobhm. Nati negli anni '70 come Quo Vardis, emersero dal fremente calderone del nuovo hard rock inglese con un Ep nel 1979, facendosi notare per l'irruenza energetica del loro dirty'n'roll schietto e diretto. L'anno successivo venne pubblicato il live album "100 M.P.H.", che rapidamente scalò le chart britanniche. Un mix di selvaggio rock in stile primi Grand Funk (con il leader
Steve Zodiac che si dimenava a torso nudo schitarrando per il palco), elementi proto-metal alla Motorhead / Saxon ed un'attitudine punkeggiante del tipo grezzo e viscerale. Una interpretazione della nuova ondata british metal decisamente rombante, essenziale, adrenalinica e dritta allo scopo. In sede live si coglieva pienamente il passaggio dall'hard rock seventies a quello che diventerà vero e proprio heavy metal nella decade 80.
Dopo una serie incessante di tour con i big dell'epoca (oltre quelli già citati, anche Hawkwind, Slade, Ozzy Osbourne), i
Vardis realizzano il primo full-length in studio: "The world's insane" (1981) e successivamente "Quo Vardis" (1982). Ma la contemporanea esplosione metallica di superstar come Iron Maiden, Judas Priest, Metallica, Megadeth, ecc, mette in ombra questi lavori, dove la formazione si concede anche qualche sperimentazione poco gradita dai fans della prima ora. Cominciano a crearsi frizioni nel trio (oltre a
Zodiac, il bassista Alan Selway ed il batterista Gary Pearson) e dopo l'uscita di "Vigilante" nel 1986, il gruppo si scioglie.
Ma l'affetto e la fede incrollabile degli appassionati per questo nome glorioso non sono mai scemati, tanto che nel 2014
Zodiac ha deciso di riportarlo alla ribalta con nuova line-up. Due anni dopo è uscito il discreto "Red eye", che in pratica riprende il filo musicale dove si era interrotto.
Adesso, tramite
Steamhammer, arriva questo ambizioso "
100 M.P.H.@100 Club", un doppio live che ci riporta di peso alle origini della band. Infatti il 13 Marzo 2020 al 100 Club di Londra (leggendario locale in Oxford Street che ospita concerti dal 1942), i
Vardis hanno riproposto tutto il mitico disco d'esordio più vari altri pezzi dalla loro discografia.
Uno show che possiamo definire soltanto incendiario, tenuto anche conto che sono trascorsi quarant'anni da quel "100 M.P.H" che recava sulla cover la scritta "Guaranteed no overdubs", replicata anche oggi sulla nuova versione.
Così possiamo riascoltare con grande piacere il rock'n'roll irruento e sferzante di "
Out of the way", "
The lion's share", "
Dirty money", tanto per citare qualche classico, dove la chitarra di
Steve macina riff ed assoli fulminanti sostenuto dalla coppia
Bailey (basso) e
Clancy (batteria), con quell'impeto convulso e stradaiolo che caratterizzava i primi semi della nwobhm. Non mancano le derivazioni raw-blues tipiche dell'epoca, vedi la clamorosa "
The loser", così come pezzi successivi dal taglio leggermente catchy ("
Steamin' along", "
Mods & rockers" e "The head of the nail", ad esempio) che testimoniano il desiderio del gruppo di coniugare grinta ed orecchiabilità.
Come non citare anche le bombastiche e debordanti "
Move along", "
Let's go again" e "
Living out of touch", dove
Zodiac toglie le briglie alla chitarra e si lancia in assoli da divoratore di palchi, nonostante le primavere accumulate.
Doppio cd, doppio Lp o i vari formati digitali, questo è un disco da mandare giù tutto d'un fiato come una corsa sull'ottovolante. Vero che parliamo della reinterpretazione di vecchi brani, ma i
Vardis svolgono il proprio compito con la belligeranza e la convinzione dei bei tempi e questo è un grande merito. Consigliato a tutti gli amanti del rock e del metal prima maniera.
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