Un progetto ambizioso quello dei Bfh. "The Gate" è in sostanza un unico brano, dal flavour spesso mistico orientaleggiante, lungo cinquantasei minuti, suddiviso in otto movimenti. King Crimson, Emerson Lake and Palmer, Rush , The Police, Weather Report sono i primi nomi che mi sono giunti in mente. I Bfh infatti spaziano dal misticismo psichedelico della band di Robert Fripp, con quelle sue tipiche chitarre acide, quasi dissonanti rispetto al brano, all'urgenza progressiva dei giganti Rush, con un funambolico Maurizio Boco al drumkit. Anche se non compaiono tastiere in "The Gate" ho citato EL&P perchè in alcune situazioni si ravvisa quel tipico incedere ritmico del trio britannico, contorto ed avvitato su una sezione ritmica in preda alla fuga solitaria. Nonostante tutti questi riferimenti il sound dei Bfh è molto personale, anche se alla lunga la ristrettezza della strumentazione (chitarra, basso e batteria) e la totale assenza di cantato - ad eccezione di un piccolo vocalizzo alla fine della terza parte - può rischiare di stancare. Il rischio viene però subito allontanato grazie ad un sapiente uso dei suoni e degli effetti, basso e chitarra vengono ammantati ora di toni liquidi, ora secchi ed affilati, come di morbidi accenti acustici (compare persino un sitar). Devo fare particolari complimenti al bassista Lorenzo Feliciati, il suo basso pulsante, mai domo, conteso fra complesse architetture ritmiche e sprazzi solisti di grande levatura tecnica, è il vero motore dei Bfh. Sia chiaro che non è da meno il lavoro dello svedese Mats Hedberg, creatore delle atmosfere mistiche che tingono "The Gate", molto a suo agio con l'acustica (stupendi i suoi fraseggi spagnoleggianti nel quinto movimento), ma in grado di far sentire il suo "tiro" anche nei momenti elettrici. Certamente siamo al cospetto di un cd ostico per la maggior parte degli ascoltatori, ormai non si è quasi più avvezzi a sonorità del genere, dove predomina una raffinatezza musicale ed un gusto per la composizione che va più in là del virtuosismo, e che solo l'orecchio più attento può cogliere. Per questo va fatto un plauso ai BFh per il coraggio dimostrato e per averci regalato un'ora alle prese con musica per l'anima più che per il corpo, ed in certi se ne sente proprio il bisogno.
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