Nel corso del 2021, sono state tante, ma veramente tante le uscite discografiche in ambito Metal e dintorni. Grazie a
Metal Archives sappiamo che nel 2019 sono usciti ben 8244 album in studio e nonostante le conseguenze di questa terribile pandemia (concerti rinviati o annullati, album di certi artisti tenuti nel cassetto per tempi migliori e via discorrendo) la fiumana di pubblicazioni Metal è continuata inarrestabile pure nel 2020 e nel 2021.
In effetti negli ultimi dieci/quindici anni è via via sempre più stato facile pubblicare album, grazie ad home studios vari e al digitale che acquisisce sempre più forza rispetto a quelli che sono i classici canali di distribuzione, ormai si è giunto veramente al punto che basta quasi solo saper tenere in mano uno strumento per fare un disco.
Questa lunga introduzione mi porta a parlare di
"Astral Bliss" dei tedeschi
Neon Zeon, autori di un debutto omonimo uscito nel 2019. La band, che esce per la seconda volta in forma indipendente (in formato digitale, oltre ad una limitata tiratura in cd) si vuole prodigare in uno spericolato Progressive Death Metal e che, stando alle loro intenzioni, guarda molto agli
Eisregen, ai
Death (influenza quasi d'obbligo per chi si cimenta in queste sonorità) e in maniera molto sorprendente anche ai
Voivod.
Il risultato? Completamente insipido e incolore. Detto in altri termini: i
Neon Zeon non solo mancano tremendamente di personalità, ma rischiano il plagio a più riprese in questi minuti di musica!
In effetti spesso e volentieri il connubio chitarre ribassate a otto corde e poliritmie fa balzare alla mente i
Meshuggah, ma anche ai
SYD, con le atmosfere un po' fredde e anonime che non riescono minimamente e rievocare i fasti Psych/Acid/Space dei
Voivod, mentre la fantasia dei
Death da
"Human" non è di casa
Neon Zeon.
Così si giunge stancamente alla fine con una serie di canzoni ripetitive e troppo simili tra di loro, nelle quali un vaghissimo sentore Black Metal e una quasi totale mancanza di studio melodico fanno sprofondare nell'oblio questo
"Astral Bliss".
Non è certamente copiando e incollando riffs e atmosfere di altri complessi audaci che si risulta sperimentali e a tal proposito, il 2021 in ambito di Metal sperimentale ha saputo donare opere di
ben altra caratura.
Che gran peccato!
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