Tornano i norvegesi
Laughing Stock, a solo un anno di distanza dal primo atto di questo concept (trovate
QUI la recensione), per completare la storia di
Zero, protagonista fragile ed insicuro, che scappa dal mondo per cercare la salvezza in un universo fittizio, quello dei videogames, fino a rimanerne però intrappolato, e a cercare disperatamente una via d'uscita.
Rispetto al primo capitolo, la band non si è spostata di un millimetro, a livello sonoro; questi Acts 3 e 4 vi forniranno la stessa pasta sonica, molto fluida, floydiana e morbida, con improvvise accelerazioni (penso a "
Lifeboat", per esempio), ma con un dosaggio delle distorsioni sempre molto controllato.
Qui è la storia che racconta la musica, e le note si adattano agli stati d'animo dei vari personaggi (alcuni guests sono infatti stati coinvolti per interpretare vari ruoli, uno su tutti
Nad Sylvan, che in questo dischetto ci sta perfettamente, vista la quota Genesis-iana e onirica che qui scaturisce prepotentemente). I riferimenti musicali mi riportano spesso a "
Meddle", ma è innegabile che il trio norvegese abbia una sua dimensione, una sua firma musicale, per così dire, e che (in questo capitolo come nel precedente) merita un ascolto. "
Zero - Acts 3&4" è la conclusione di un viaggio sognante, a volte spaventoso, nella fragilità di un giovane umano, che è in fondo l'epitome di quella paura di vivere che tutti noi, consapevoli o meno, ci portiamo dietro.
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