Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:46 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. MIDNIGHT
  2. DECEIVER
  3. DESIRE
  4. PATH
  5. LUST
  6. DREAMER
  7. ON THE LOOSE

Line up

  • João Pedro Ventura: drums
  • Marco Marouco: guitars, bass
  • Flávio Lino: vocals

Voto medio utenti

Non è stato per nulla semplice reperire informazioni in rete sugli On The Loose, terzetto portoghese totalmente esordiente con l’album omonimo, formato dagli sconosciutissimi Marco Maruoco (basso e chitarra), Flàvio Lino (voce) e Joao Pedro Ventura (batteria).

Non si conosce l’anno esatto di formazione, a stento si riescono a trovare i nomi dei suddetti membri e davvero poche sono le foto che circolano sul web dei 3 musicisti in questione, che evidentemente preferiscono (a ragion veduta!) far parlare la loro musica, consistente in un heavy-doom metal di stampo epico, veramente di ottima fattura.

On The Loose è un disco di rara e oscura bellezza, in cui la chitarra di Maruoco tesse riffs ed assoli tenebrosi ma intimi, creando atmosfere sulfuree e oniriche al tempo stesso, rese maestose dai cori e dal timbro tipicamente “dickinsoniano” (particolare non di poco conto!) di Flàvio Lino.
Il vocalist lusitano infatti, si rende autore, sulle tonalità medie, di una somiglianza a dir poco impressionante con la voce di “Sua Maestà King Bruce” mentre, quando il brano si fa più tirato, come ad esempio avviene in Deceiver, il singer portoghese sembra accusare qualche leggera difficoltà, ma senza mai soffrire veramente anzi, cavandosela sempre egregiamente.
Le ritmiche cadenzate, tuttavia sempre incisive, fanno da cornice a questo lavoro impregnato di grigia malinconia, perfettamente rappresentata dall’artwork, che talvolta sfocia in autentica disperazione, come avviene sul finale di Midnight, o in alcuni frangenti dell’ipnotica e affascinante Lust o dell’elaborata Dreamer.

Ogni altra parola sarebbe superflua; gli On The Loose si rivelano una gradita sorpresa, una band da seguire con molta attenzione nel prossimo futuro e che, con questo validissimo debut del tutto inatteso, si rende protagonista di un sound decadente, ma infarcito di maestose melodie, incastonate in una robusta struttura musicale, da cui tuttavia, traspare sempre una malinconica e profonda inquietudine interiore.




Recensione a cura di Ettore Familiari

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