I delicati arpeggi dell'intro
"Arv" ci proiettano, immediatamente, nel mood di questo
"Forfader", seconda uscita per i danesi
Glemsel, poichè tracciano una traiettoria malinconica che costituisce la spina dorsale di tutto l'album.
Siamo al cospetto di una proposta atmosferica e violenta, una proposta che unisce il freddo del tremolo picking con la tristezza autunnale del Nord in un connubio fatto di brani cupi, ipnotici, sferzanti come vento, potenti nel loro saper evocare lande immense e nebbiose di fronte ai nostri occhi, ed intimamente intransigenti come solo il black metal suonato con il cuore riesce ad essere mentre si distacca da tutto quello che gli sta intorno.
I
Glemsel si avvicinano da un lato alla scuola tedesca dei Der Weg einer Freiheit e dall'altro a quella sprezzante di matrice islandese riuscendo, grazie ad una notevole capacità di sintesi, a rendere
"Forfader" un flusso costante di note, e di magnifiche melodie, che graffiano animo e pelle lasciandoci basiti al cospetto di una musica a-temporale, senza dimensione, e frutto della "classica" alchimia di madre Natura che sa fondere bellezza e brutalità con tutta la semplicità, e l'immensa forza, di cui è dotata, forza che i Nostri trasformano in un magma ribollente che prende vita sullo spartito e si nutre di limpida emozione.
"Forfader" è un album di black metal in qualche modo moderno, sebbene conscio della tradizione del genere, è un lavoro da ascoltare tutto di un fiato senza fermarsi mai: l'esperienza sarà immersiva e dolorosa e saprà regalare l'intima suggestione che ogni essere umano proverebbe nel sentirsi solo, e senza difese, di fronte allo spettacolo di qualcosa che è più grande di lui ed al di sopra di lui.
Questa è la musica che io amo.
La musica che ti toglie il fiato e ti penetra sotto la pelle con le sue gelide carezze di devastante bellezza.
Album distruttivo.
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