Il periodo è già di merda ma, con un briciolo di speranza, ho provato a cercare un minimo di conforto nel nuovo
Hammerfall, il dodicesimo lavoro degli svedesi. Terminato l'ascolto ho poi preso posto sul mio trono di ceramica per buttare giù… qualche impressione. Ed è proprio in questo magico luogo che ha preso forma questo scritto, scaricato di getto e poi completato dopo altre sedute... di ascolto.
Lo scenario perfetto.
Quello che ho trovato in
Hammer of Dawn sono riff impalpabili e sentiti migliaia di volte, sia da altre band che dagli stessi Hammerfall, fiacchi, innocui, senza mordente. Alcune linee melodiche sono state prese in prestito da brani del loro passato, scelte suicide sono state fatte sui ritornelli e anche diverse sezioni degli assoli (che sono fatti bene) hanno più di un rimando alla produzione firmata
Elmgren (che gli dei lo abbiano in gloria).
Beninteso, l’originalità non è assolutamente un problema, ma ci torneremo dopo.
E’ un momento duro ma devo andare avanti.
La
title track è un mid tempo poverello introdotto da tastierine terribili, "
No Son of Odin" ti illude con la sua carica ma ha un ritornello scandaloso, "
Too Old to Die Young" è una canzone fatta con due power chord e dei cambi di tonalità che sembrano davvero scelti alla cazzo, "
Reveries" è una Dreamland che non ce l’ha fatta, la ballad è il disagio, "
Live Free or Die" un'altra vittima uccisa dal ritornello, così come "
No Mercy". Insomma, la maggior parte dei pezzi (non sto ad analizzarli tutti, ne va della mia circolazione) sono privi di qualsiasi spinta. Poi uno si chiede anche: “perché hanno due chitarre ma usano
Pontus unicamente per gli assoli e non per dare una mano con l'arrangiamento a quella zappa di
Orscar?”. Ci sono delle parti veramente vuote e senza questa produzione "grossa" sarebbero ancor più impalpabili.
Passando velocemente ai testi, debbo dire che in generale sono un'immondizia, con robe come "I am free like an eagle spreading my wings in the sky" (che nel 2022 anche basta), "if you don't like it, there's the door", "I am I, I am me" e manciate di hammer, glory, power a profusione, dette in modo vuoto, buttate lì come il prezzemolo sulla pasta per dare colore. E poi signori, attenzione, abbiamo dei "naaa nana naaa naaa” come se piovesse. Ligabue, guarda e impara!
Sto cominciando ad avvertire una certa mancanza di sensibilità agli arti inferiori, ma ormai sono lanciato ed ho una missione da portare a termine, anzi due, contando quella fisiologica.
Tutto il disco è suonato senza energia, con un effetto "plastica" fortissimo. Non c'è una canzone che riesca vagamente a convincere nella sua interezza, non dico esaltare. Ci sono sì certi momenti non completamente negativi, dove ti trovi a pensare “beh, questa non è poi male, dai!” ma gli Hammerfall finiscono per auto-immerdarsi poco dopo con un ritornello che non funziona o con una parte tirata troppo per le lunghe. Poi a me torna sempre il tormento del sapere cosa hanno fatto nei primi quattro lavori (meglio dire due capolavori+due buoni dischi) e vederli annaspare da vent'anni nel nulla... mi lascia costernato.
La natura mi dice che ho finito. Oppure no?
Resisto e termino queste righe.
Dicevo prima, l'originalità non mi interessa ma se suoni canzoni di puro metallo devi esserne fiero, devi credere in quello che dici, dare valore ai riff che vanghi, altrimenti è come se un ateo entrasse in chiesa per recitare una preghierina a pappagallo. Noi che viviamo di metal la differenza la sentiamo eccome. Forse per chi apprezza certi carrozzoni metallici tanto in voga ultimamente questo non è un problema ma...
Dai, è un argomento a parte e non mi dilungo oltre, anche perché bussano alla porta, devo concludere.
Terminando il discorso, prima che l'aria si faccia troppo pesante, ammetto che può sembrare che questo disco non sia così terribile ma, gente, voi lo ascoltate il metal classico odierno? No, perché se devo fare un paragone tra questo nuovo
Hammer of Dawn ed un album dei, non so, Venator (che escono in concomitanza, tra l'altro), Ironflame, Mindless Sinner, Traveler, Iron Fate, (senza scomodare Riot City, Visigoth o Eternal Champion...) beh, gli Hammerfall vengono spazzati via come una scoreggia nel vento. Da una parte ci sono un "credo" metallico forte e grandi canzoni, dall'altra un business che campa di rendita e show pirotecnici. Due etti di carbonara contro una spuma di gamberetti. No, non mi posso accontentare quando le alternative ci sono e quando sono vent'anni che Oscar e compagni non combinano nulla di rilevante.
Hammer of Dawn non è certo il loro disco peggiore ma è bel lontano dal poter essere ritenuto soddisfacente.
Ho finito, la seduta è tolta.
Shwash!