Questo inizio di 2022 ci regala, dopo l'ottimo "
Carpe Diem" dei
Saxon, un altro grande album di un gruppo di arzilli vecchietti che tornano sul mercato dopo sette anni dal precedente "
Return To Forever", stiamo ovviamente parlando degli scorpioni più famosi d'Europa.
50 anni di carriera sulle spalle e una grinta invidiabile, la band di
Klaus Meine spiazza un po' tutti con questo "
Rock Believer" che coniuga alla grande il mood degli anni'80 con un suono al passo coi tempi.
Il disco ci offre tutto l'arsenale a disposizione dei teutonici, fatto di grandi melodie, chorus vincenti (la titletarck su tutte), grinta a profusione, riff incendiari e vocals incredibilmente pulite e potenti di un cantante che proprio non sente il passare degli anni (proprio come
Biff Byford tanto per stare in argomento).
Certo, c'è anche tanto mestiere - e non potrebbe essere diversamente per un gruppo così importante - ma in questo ultimo lavoro si respira un'aria frizzante, le canzoni scorrono tutte piacevoli, il songwriting è ispirato e mi ha riportato al mitico "
Blackout" in almeno un paio di occasioni (
"Seventh Sun" col suo incedere lento e potente stile "
China White" e il riff portante di "
Roots In My Boots" tipo "
Blackout" stessa), mentre in altre occasioni è un hard rock solido, quadrato ma sempre melodico a fare la parte del leone come in "
Hot And Cold" e "
Knock 'Em Dead".
Un bel piglio rock'n'roll contraddistingue la ritmata e veloce "
When I Lay My Bones To Rest", uno dei pezzi migliori del disco, mentre fortunatamente gli
Scorpions ci hanno risparmiato ballad inutilmente zuccherose stile "
Wind Of Change" ed anzi i pezzi più tranquilli sono quelli"più di maniera", molto meglio il tiro di "
Shoot For Your Heart", "
When Tomorrow Comes" o il rock'n'roll gigione di "
Crossing Borders" tutte tracce presenti nell'edizione deluxe.
Le chitarre di
Schenker e
Jabs ruggiscono e garantiscono il solito grande lavoro sia in sede ritmica che solista con intrecci e sovraincisioni sempre molto efficaci, della voce di Meine ho già accennato, non resta che sottolineare l'ottimo lavoro dell'ex batterista dei
Motorhead certamente qui impegnato in modo meno veloce e violento che nella band di Lemmy, ma ugualmente efficace.
"
Rock Believer" non entrerà forse nella storia, ma è sicuramente l'album migliore dai tempi di "
Love At First Sting", se questo sia poco o tanto lascio a voi deciderlo.