Soffocante, claustrofobico, nichilista, opprimente.
Non si può definire diversamente il nono album in studio dei
Meshuggah, pionieri di un technical death metal sincopato e aritmico che non lascia respiro agli ascoltatori nonostante la sostanziale mancanza di velocità nelle canzoni.
Le 13 tracce di "
Immutable" sono infatti monolitici, pesanti mid-tempo che trasmettono un senso di disperazione, con le loro atmosfere lugubri e sinistre - si sentano i 2 pezzi più lunghi che tra l'altro sono due strumentali ("
Past Tense" e "
They Move Below") - una vera prova di resistenza anche per i più accaniti sostenitori del combo svedese.
L'ascolto di "
Immutable" lascia sfiancati, le partiture sono intricate, le linee di basso una valanga di accordi all'unisono con le chitarre a creare un muro di suono impenetrabile per la sua compattezza, il disco corre sui binari ben dritti di un Death Metal oscuro reso ancor più minaccioso dalle vocals disperate ma intellegibili di Jens Kidman.
Il lavoro si apre con "
Broken Cog" e si è subito travolti da un vortice di disperazione che ti trascina giù negli abissi della "pazzia" (il significato ebraico di Meshuggah), e non sperate di risalire dal pozzo nero in cui siete stati gettati perchè "
The Abysmal Eye" è lì pronto per incatenarvi al muro.
Non c' è speranza nella musica dei Nostri, il suono della batteria è come un trigger infernale che ti penetra nella mente, le chitarre sputano riff perennemente nervosi e aritmici con assoli ( i pochi presenti invero ) avvolgenti come spire di un serpente.
Il disco ha una sua staticità di fondo, è assolutamente omogeneo col rischio di risultare un pò legnoso considerata anche la lunghezza atipica per questo genere di musica, ma d'altronde i
Meshuggah non sono un gruppo facile, l'ascolto è coinvolgente fintanto che si presta la dovuta attenzione, "
Phantoms" ne è un esempio, grande lavoro ritmico delle chitarre, pathos e un'atmosfera horror crescente, a mio parere il pezzo migliore.
Non tutti i brani risultano così efficaci ma nonostante ciò non perdono un'oncia della loro malvagità anche se si paga pegno alla loro durata ( mediamente sui 5 minuti per brano ), solo la strumentale "
Black Cathedral" dura 2 minuti col suo riffama sulfureo.
Copertina stupenda per un disco disperato ed ostico.