Suonano le prime note di
'Infernal Deceiver', e sento già le farfalle nello stomaco. Quella piacevolissima sensazione di trovarsi di fronte, non si sa come, davanti a un disco del quale si è sicuri ci si troverà alla fine dell'ascolto con un gran sorriso stampato sul volto. Sì perchè stavolta c'è da dirlo, i
Mirror hanno davvero fatto centro.
Nati nel 2015 per volontà del bassista
Tasos Danazoglou, conosciuto ai più per aver fatto parte tra il 2008 ed il 2012 degli Electric Wizard contribuendo alla scrittura di 'Black Mass', la band si era già ampiamente messa in mostra con l'ottimo debut omonimo, seguito a ruota dall'altrettanto valido
'Pyramid Of Terror'. Ecco, quello che mancava alla band per far quel cosidetto salto di qualità ora, con questo nuovo
'The Day Bastards Leader Die' è stato finalmente raggiunto. Una produzione non troppo patinata ma neanche troppo ovattata, pezzi coinvolgenti, e un sound compatto che riescono a donare al disco un'aura davvero eccelente.
Contribuisce, e di molto, l'ugola di
Jimmy Mavrommatis che si sposa benissimo con i riff spiccatamente heavy/speed metal, e che ricorda da molto vicino quella di Harry Conklin dei Jag Panzer, non cosa da poco dunque.
'Souls Of Megiddo',
'All Streets Are Evil', entrambe canzoni che hanno la capacità di far riportare l'ascoltatore trent'anni fa, e seppur la cosa potrebbe sembrare scontata, così non è.
'Fire And Hell' riporta un po' il sound di band come Attic e Portrait, mentre è solo con
'Demon Candles' che l'album cala ma non di poco, dato che ci troviamo davanti la Titletrack a chiudere con suoi 7 minuti, davvero ben gestiti e che non fanno assolutamente sentire un qualsivoglia senso di pesantezza o stanchezza, e che al contrario, chiudono facendo pensare che sia tutto finito troppo presto. Questo perchè la durata complessiva del full length, 44 minuti circa, può sembrare ormai strana in anni dove il timing dei dischi è arrivato mediamente a sforare i 60 minuti e rotti, ma è proprio questo il bello di
'The Day Bastard Leaders Die', non perdersi in inutili chiacchere, intro, o pezzi evitabili, e puntare dritto al sodo.
Disco consigliato a tutti gli amanti del metal classico, che non dovranno assolutamente lasciar sfuggirsi questo lavoro pregno di pura passione e dedizione verso un genere che è proprio nelle note dei
Mirror che trova ancora energia per vivere e prosperare.
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