Primo album sulla lunga distanza per i greci
Fortis Ventus, che fanno del mare e del vento un tema costante nel loro primo lavoro, a titolo "
Vertalia".
La band ruota intorno al compositore e tastierista
George Halliwell ed alla voce diafana di
Nancy Mos, e questo disco è concepito davvero come una sorta di colonna sonora, per cui, pur non mancando la quota prettamente 'metal', qui molto spesso si indulge in momenti orchestrali, che accompagnino l'ascoltatore nella narrazione e nel dipanarsi di un album che è quasi un film 'sonoro'.
Belle le accelerazioni improvvise nella opener "
Between Love and War", e la grande malinconia veicolata perfettamente in "
Birth of Sadness". Come norma generale, aspettatevi quasi sempre il momento metal come 'momento' appunto, all'interno di composizioni che sono più eteree ma molto ben costruite, tanto da non far storcere affatto il naso.
La title track è un perfetto esempio di quanto vado dicendo; se invece cercate il lato più metalloso di questo "Vertalia", potete assaggiare brani come "
Cave of Glass", bel mid tempo power/symphonic, oppure la lunga "
Unveiling Path", o "
My Death is my Devotion", dove i Nightwish si sentono lontano un miglio.
Insomma, non sarà l'album più originale del pianeta, ma è ben suonato, ben prodotto e i brani sono validi, il che è già tanta roba.
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