Gliel’avranno fatta i
Saints Trade a entrare definitivamente nella
Major League dell’
hard melodico internazionale?
Mi sono accostato al terzo lavoro ufficiale dei
rockers bolognesi con in testa questo “epocale” interrogativo, e dopo l’ascolto reiterato di “
The golden cage” la risposta è … no, almeno non del tutto.
Un ulteriore avvicinamento c’è stato, all’interno di un suono che si è fatto maggiormente incisivo e diretto, eppure qualcosa sembra ancora mancare in fatto di puro coinvolgimento emotivo.
Ciò non toglie che il gruppo sappia pilotare con considerevole destrezza energia, melodia e quella “ruffianeria” ancora più indispensabile vista la propensione stilistica dell’albo, tanto che francamente non mi sento di indicare brani veramente deboli o trascurabili.
L’impressione è però che il
songwriting necessiti ancora di un piccolo incremento di durevole forza comunicava, da aggiungere a una prestazione esecutiva priva di pecche (con il fattivo contributo di
Paolo Caridi alla batteria) e da consegnare alla voce espressiva e sicura di
Santi Libra.
Al netto delle succitate minime perplessità da “esigente recensore”, “
The golden cage” appare così, un disco piuttosto ricreativo e “solare” (una sorta di reazione al periodo di “dorata” reclusione dovuto alla pandemia cui si riferisce il titolo dell’opera?), che si ascolta con estrema “facilità” e soddisfazione e che regala frammenti sonori di “contagiosità superiore” come “
Neverland”, “
Break the chain”, “
Casino Royale”, “
That’s what I know”, “
Mirror of myself” e “
Once and for all” (la mia preferita, per la cronaca, impreziosita da un ficcante
guitar solo di
Roberto Priori), per poi arricchire un programma, lo ripeto, sostanzialmente privo di controindicazioni, di altri momenti di efficace, godibile e grintoso
easy listening.
A raggiungere la piena “santità” della scena melodica, cari
Saints Trade, manca poco, davvero poco … mentre attendiamo con rinnovata fiducia che si realizzi l’evento, non rimane che auspicare una verifica delle vostre virtù anche in sede
live, un ambito molto importante per convalidare l’operato e le ambizioni di una
rock n’ roll band.
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