Parlare di questi
Hurricane, e specificatamente di
Over The Edge, e' come aprire una delle pagine piu' leggiadre del class metal eighties.
Autori di un mini LP due anni prima (
Take What You Want) che già faceva intravvedere ottime qualità, e' infatti con Over The Edge che gli Hurricane pongono il loro mattone nei sfavillanti eighties, e lo fanno in chiave molto personale grazie ad un platter pieno di sfumature ed idee.
Guidati dallo stentoreo cantante
Kelly Hansen, nei ranghi troviamo anche il chitarrista
Robert Sarzo che e' il fratello del bassista dei
Whitesnake Rudy e il bassista
Tony Cavarzo che è invece il fratello del chitarrista dei
Quiet Riot. Robert verrà allontanato dalla band per il secondo ottimo, ma più classico
Slave To The Thrill, in favore di
Doug Aldrich che, dopo una parentesi con gli
House Of Lords, finisce nel '91 con i
Bad Moon Rising per replicare le gesta dei fantastici
Lion.
Fin dalla copertina si intuisce di che pasta sono fatti gli Hurricane, un vero uragano di note cesellate con perizia dove le chitarre, le partiture ritmiche e la melodia no sono mai fine a se stesse; un suono bilanciatissimo a metà tra l'irruenza dei
Ratt e la classe dei
Dokken, sottoposto pero' come si diceva al loro personalissimo trademark.
'
Over The Edge' ( la canzone) mette subito le cose in chiaro, negli Hurricane domina l'atmospheric power, ma non di quello smodatamente auto compiacente, la band ti avvolge con fantastiche aperture acustiche per poi seppellirti sotto un torrente di elettricità, con solos di chitarra fiammeggianti.
I'm On You ha quel passo che farà scuola, ripreso poi da gruppi come
Steelheart o
Firehouse, con un coro semplicemente irresistibile.
Messin' with a Hurricane testimonia che la band e' in stato di grazia, per mezzo di arrangiamenti affatto non replicabili ed il tutto senza usufruire di tastiere perché la band resta risolutamente hard.
Poi gli Hurricane vi grideranno in faccia a pieni polmoni
We Are Strong....
Spark in My Heart e' un altro esempio di perizia tecnica e grande songwriting, con Kelly che pilota le splendide melodie. Mentre
Give Me An Inch ha una melodia che sembra i
Duran Duran 'rafforzati', ed è un altro grande tassello nel mosaico di Over The Edge.
Ma non vi è nemmeno un momento di stanca in Over The Edge, un album bellissimo e, ripeto, particolarissimo come, forse, non ne troveremo più.
Con buona pace di chi sostiene che le bands eighties suonavano tutte uguali e che erano studiate a tavolino.
Qui siamo in una tavola rotonda del class metal.
Recuperatelo, non ve ne pentirete!
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