Un disco discreto ed onesto questo
White Hot Reflection, quinto lavoro in studio dei californiani
Space Vacation edito, una volta ancora, dalla fedele
Pure Steel Records.
La band, proveniente da San Francisco, in cui spicca il nome di
Kiyoshi Morgan (ex chitarrista dei Vicious Rumors), che affianca quelli del buon vocalist (e seconda chitarra!)
Scott Shapiro, del bassista
Kai Sun e del batterista
Eli Lucas, si rende autrice, anche in questo nuovo album, del solito miscuglio di sonorità, appartenenti a diverse correnti hard-heavy, che ben si amalgamano tra di loro, rendendo l’intero lavoro fluido e assolutamente gradevole.
Di base, il sound degli
Space Vacation è un “US Metal” estremamente melodico (ne sono un fulgido esempio brani quali l’iniziale
Reign In Hell,
Burn With Me o ancora,
Win The Night, tanto per citarne alcune), che si concede parecchie incursioni in diversi territori musicali, che spaziano dall’hard rock (emblematici i riffs di
Playing With Fire), all’AOR (
Being Evil), fino a sconfinare, qua e là, nel thrash (riscontrabile soprattutto nella parte conclusiva della spigolosa
Iceberg) e nel power (si pensi a tracce come
Trascending e
Out Of Time).
Spicca, su tutte, la figura carismatica del chitarrista
Kiyoshi Morgan, assoluto protagonista di
White Hot Reflection, autore di assoli, fraseggi e tecnicismi vari di pregevole fattura, presenti in tutte le tracce che compongono l’album e che trovano probabilmente l’apice nella strumentale
Sleep Tight in cui, il musicista di origini asiatiche, mette in mostra tutte le sue abilità, colpevolmente passate inosservate nella sua breve esperienza coi Vicious Rumors (non ha di certo giovato il periodo in cui è approdato nella band, in piena crisi compositiva).
White Hot Reflection, pur non inventando assolutamente nulla, suona decisamente bene e, alla lunga, si rivela un disco riuscito, pieno di passione e piacevole da ascoltare, nonostante una durata (unico neo) forse leggermente eccessiva (una traccia banale come
Middle Ages ad esempio, poteva essere tranquillamente tagliata!).
Gli
Space Vacation, senza strafare, danno vita ad un album semplice e diretto, ma anche dannatamente ruffiano (nel senso buono!) e seducente, in cui tutto sembra funzionare, dove i brani risultano freschi e inoltre, essendo caratterizzati da composizioni melodiche particolarmente indovinate, si rivelano sempre incisivi, raggiungendo cosi il loro obiettivo, anche per merito di una robusta sezione ritmica, una chitarra che, in tutte le soluzioni adottate, si rivela sempre efficace, ed una voce costantemente all'altezza.
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