Interessante lavoro questo split
"Time's Withering Shadow" edito da Invictus Records e che raccoglie sotto la stessa egida due band ormai note nei circuiti underground death metal: sia gli irlandesi
Malthusian che gli americani
Suffering Hour negli anni si sono segnalati per il loro approccio al death metal radicato alla tradizione ma anche con un occhio di riguardo per la modernità, riuscendo quindi a riscuotere consensi pressochè unanimi tra gli appassionati del genere più intransigenti ma anche tra coloro che sono stanchi di ascoltare l'ennesima scopiazzatura del death metal dell'epoca d'oro. Ad aprire le danze ci pensano i Malthusian con due brani ambiziosi della durata che si attesta sui 10 minuti ciascuno ed in cui la band si muove con disinvoltura tra tempi lenti e catacombali e subitanee accelerazioni, proponendo un rifferama mutevole che spazia da momenti dissonanti e sinistri a sfuriate che sfociano quasi nel black metal. In generale la band mette in luce un approccio quasi progressivo nella propria musica, il che rende l'ascolto dei due pezzi in tracklist intrigante e stimolante, a patto di prestare l'adeguata attenzione e a lasciarsi rapire dall'intricato e stratificato lavoro di chitarra. Un'armonica a bocca ed una chitarra acustica introducono invece il lato riservato ai Suffering Hour, ma ben presto a prendersi la scena sono sinistri arpeggi di chitarra che dettano il tempo ad un brano interamente strumentale dal retrogusto quasi western i cui i tempi non sono mai sostenuti e le atmosfere sono quasi 'tarantiniane', se mi passate il termine. Anche nella successiva "Temporal Lapse" ha metteresi in mostra è un lavoro di chitarre particolarmente interessante ed elaborato, in un brano che mi ha riportato vagamente alla memoria i Tribulation di "The Formulas Of Death" come approccio ed atmosfere, permeate da un senso melodico decadente ed ammaliante che si fonde alla perfezione con lo scream del cantante Yha. A chiudere questo "Time's Withering Shadow" ci pensa magistralmente una cover di "Reserection" dei Mighty Sphincter, band storica in ambito death rock, che pur nella sua semplicità rispetto agli altri brani riesce ad essere reinterpretata con credibilità e ad incastrarsi perfettamente in questo nuovo contesto musicale.
Fa sempre piacere ritrovarsi ad ascoltare uno split di questo livello, in cui risulta chiaro che è ancora possibile suonare death metal e farlo in maniera convincente non limitandosi a proporre solamente i clichè del genere. Ben fatto!
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