Il ritorno dei
Lord Belial 14 anni dopo l'ultimo scialbo
“The Black Curse” è sicuramente uno dei 'casi' in ambito estremo dell'anno, L'
Hammerheart ha saputo creare l'evento sin dal primo momento in cui si è diffusa la voce del loro ritorno e tra anteprime, vinili colorati e ristampe, l'attesa è montata in modo spasmodico fino al punto da scatenare una corsa alla recensione più anticipata dell'altra (sul web mi è capitato di leggerne una già a un mese e mezzo prima dell'uscita dell'album) … Tutta quest'attesa è stata ripagata ? Si lo è stata, allora
“Rapture” è uno dei black/death metal album dell'anno? No, non lo è. Chiariamoci subito, chi vi scrive è cresciuto con i
Lord Belial, dai primi seminali album fino alle fatiche degli anni 2000, per cui non deve essere messa in discussione la mia ammirazione verso il gruppo svedese , purtroppo però il songwriting di
“Rapture”, pur essendo solido, compatto e genuino, non è per niente costante e si caratterizza per una strana distribuzione lungo la tracklist, infatti i brani migliori vengono relegati tutti nella seconda parte dell'album partendo dalla favolosa
“Infinite Darkness And Death” che mi ha riportato inevitabilmente a
“Enter The Moonlight Gate” tra arpeggi, accelerazioni improvvise e rallentamenti death oriented, il tutto sorretto da un gusto melodico unico ed estremo da far invidia a chiunque. Cosa dire poi di
“Lux Luciferi” dalla grande progressione melodica o
“Alpha And Omega” , che non so perchè, ma mi ha ricordato il debut
“Kiss The Goat”... Tra questi picchi qualitativi si stampano poi brani di mestiere, ma di qualità come l'opener
“Legion” , la seguente
“On A Throne Of Souls” e l'antemica
"Destruction", che altro non sono che i pezzi tritaossa che avreste voluto sentire dai
Lord Belial composti e suonati in modo “onesto e sincero” giusto per riallacciare il discorso interrotto bruscamente 14 anni fa …Purtroppo però ci sono anche diversi filler come
“Rapture Of Belial” e
“Evil Incarnate”, davvero troppo scialbi e spompati che abbassano la tensione e la qualità dell'album … Tra i tanti ritorni/reunion che ci siamo dovuti sorbire in questi anni,
“Rapture” si distingue certamente dalla massa per essere un lavoro non perfetto, ma sicuramente valido e dall'alone nero e misterioso, che fa di quest'album un'opera che non sfigura affatto nei piani alti della discografia del gruppo … difficile riuscire a non essere affascinati dall'alone 'magico' della band, da questo flavour oscuro sempre in bilico tra magia nera e morte ma per onestà intelletuale, non è tutto oro (nero) quel che sembra luccicare ...
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