Un applauso innanzitutto alla sincerità e spontaneità con cui questo duo tedesco ci presenta il suo album di debutto. Dalla copertina, raffigurante un bellissimo disegno di John Bauer tratto dal famoso libro "Bland Tomtar och Troll" (tra gli elfi e i troll), alla strumentale intro il passo è davvero breve, segno della coerenza e coesione del progetto Klabautamann. Purtroppo il tentativo di riproporre in musica una camminata nei boschi l'avevano già fatto gli Ulver ai tempi di "Bergtatt" e il risultato era più quello di una persona che masticava sul microfono! Fortuna che mentre Tim e Florian viaggiano, una leggerissima chitarra acustica li accompagna rendendo questa intro più che un semplice esercizio di stile. La seguente "Der Nock" è il pezzo più intenso e veloce del lotto: chitarre elaborate alla Immortal, blast-beat intransigenti e le screaming vocals in tedesco di Tim. In realtà non è questa la vera veste dei Klabautamann, bensì la successiva "Trolldance"... più rilassata, e continuamente intermezzata da parti di voce pulita e soprattutto da chitarre acustiche molto suggestive. E' proprio il caso di un riff centrale, in cui l'elettrica è accompagnata dall'acustica, e il punto di collegamento è dato dal continuo pulsare del basso... il tutto anche nei pezzi più veloci, un vero spettacolo! Purtroppo dalla quarta traccia in poi l'album si perde un pò, tra canzoni più cadenzate, lunghe parti acustiche e fraseggi di chitarra che lasciano il tempo che trovano. E' il caso di "Rabenmorgen", risollevata in extremis dal ritorno di tutti gli strumenti dopo il narcotizzante inizio. "Elfentann" riporta l'album sulle coordinate iniziali, ma la sorpresa iniziale è già un pò calata e l'effetto non è più lo stesso. Peccato che alla fine i Klabautamann abbiano un pò perso la loro strada, ma se teniamo come presentazione le prime tracce, e ci facciamo un'idea generale di quello che il gruppo teutonico sa proporre... lunga vita ai Klabautamann e ai boschi di Germania!

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Florian Toyka
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