Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:38 min.
Etichetta:MDD Records

Tracklist

  1. THE BROTHERHOOD OF THE ROPE
  2. THE EVER-REST
  3. DOWN THE ICEFALL
  4. THE BECKONING SILENCE
  5. SEVEN SUMMITS
  6. ASCENDING THE AVALANCHE
  7. MALLORY'S MASK
  8. INTO THE WHITEOUT
  9. WORDS UNSPOKEN
  10. THIS ENDING

Line up

  • Kai Wilhelm: vocals
  • Burghardt Sonnenburg: guitars
  • Eiko Truckenbrodt: guitars
  • Sonja Sonnenburg: bass
  • Holger Feldmann: drums

Voto medio utenti

I tedeschi Final Cry fanno parte dello zoccolo duro della scena metal teutonica - questi signori sono in giro dal 1989 come Parricide e dal 1992 con l'attuale monicker - eppure raramente vengono ricordati/menzionati nei discorsi tra appassionati.
Ma forse il destino sta per cambiare grazie al nuovo lavoro sulla lunga distanza - il sesto della loro discografia - licenziato per la prima volta da MDD Records il qui presente "The Ever-Rest".
Il concept del disco ruota, come facilmente intuibile, intorno all'epopea delle ascensioni umane alle vette più alte del pianeta, imprese bagnate da inebrianti successi e drammatiche sconfitte che hanno portato a "l'eterno riposo" esplicitato nel gioco di parole del titolo tra l'espressione inglese ed il nome della montagna himalayana.

I brani ci parlano di svariate imprese: la conquista del "Terzo Polo" da parte di Sir Edmund Hillary, le morti drammatiche sulla parete nord dell'Eiger, i disastri delle spedizioni commerciali (e dei decessi dei facoltosi clienti paganti) del 1996 che secondo gli sherpa furono causati dall'ira della dea della montagna contro il comportamento decadente ed irrispettoso degli occidentali.
E ancora l'eroico viaggio di Amundsen al polo con i cani da slitta e le tragedie di Mallory sull'Everest e del fratello di Reinhold Messner, Gunther, morto durante la discesa dal Nanga Parbat.
Tutta l'epica, il pathos, la sofferenza, l'ebbrezza di queste gesta ben vengono tratteggiate dai Final Cry: reinventandosi ancora una volta senza rinnegare le proprie radici thrash, i nostri gettano un ponte tra le sonorità proprie degli anni '80 ed i più oscuri ed aggressivi stilemi svedesi della prima decade del decennio successivo in una miscela esplosiva.
Riff spietati, sezione ritmica furiosa in cui spicca il lavoro di Holger Feldmann dietro le pelli, grande gusto per le melodie e le atmosfere: sono questi i punti di forza di un lavoro che presenta pochissimi passaggi a vuoto.
Grande merito va anche ascritto al nuovo cantante Kai Wilhelm (già nei melodeathster svedesi Across the Sky) il cui growl spietato e cattivo risulta perfetto per gli scenari mortali e gelidi descritti nel platter.
Completano il quadro le apparizioni di Herbie Langhans (AVANTASIA) e Børd Wäsche (EYE SEE BLACK) presenti in alcuni cori che sottolineano ulteriormente l'epicità di "The Ever-Rest".

Tentare simili conquiste non è essere più vicini a Dio, ma più lontani dalla terra: solo nell'esposizione, nell'isolamento e di fronte al massimo pericolo la vita può essere vissuta in tutta la sua intensità ed acquista valore.
I Final Cry sono tornati per la gioia di vecchi e nuovi fans,i quali non potranno che restare impressionati dalla monolitica forza di questa piccola gemma di ghiaccio e pietra.
Applausi!

Final Cry - "The Ever-Rest"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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