Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:54 min.
Etichetta:Echozone

Tracklist

  1. KYBALION (TIME TO FLY)
  2. BURN
  3. ON THE BARRICADES
  4. COVEN OF THE DROWNED
  5. PASSENGERS
  6. BLACK FOREST CALLING
  7. WE ARE THE RAVENS
  8. SOURCE OF IT ALL
  9. SOLITUDE
  10. FADING
  11. NOTHING LASTS FOREVER
  12. RUNNING UP THAT HILL (BONUS TRACK)

Line up

  • Ben Richter: vocals
  • Chris Lang: guitars
  • Markus Felber: drums
  • Chris Ryll: bass
  • Christof Uhlmann: violin

Voto medio utenti

Bastano poche note, e senza nemmeno aver guardato alla loro biografia, per rendersi immediatamente conto che i Thanateros arrivano dalla Germania. A questo punto uno sguardo alla biografia tocca comunque darlo e scopriamo anche che "On Fragile Wings" è il loro sesto album e che sono attivi dal 2000, per quanto l'unico superstite della formazione originale sia il cantante Ben Richter, che in precedenza aveva militato negli EverEve, cantando su "Regret" (1999).

L'album si avvia un po' a rilento, nel suo coniugare del Gothic e Kraut Rock con influenze Folk e celtiche, sulle note della tribale "Kybalion (Time to Fly), "Burn" (seppur briosa, con qualcosa dei Rammstein) e la più sinuosa "On the Barricades".
Ecco però che finalmente giunge "Coven of the Drowned", brano scelto come singolo, che lascia subito il segno, anche grazie alla presenza della cantante Johanna Krins (Delva e Bannkreis) che si affianca a Richter. Da qui il disco sembra prendere la miglior china con la frontale e riottosa "Passengers", dove la chitarra di Chris Lang sfida a duello il violino di Christof Uhlmann, vincendo, seppur solo ai punti. Spetta poi, proprio al violino, il ruolo di primattore sulla drammatica e incisiva "Black Forest Calling".
Niente da dire: dopo una partenza un po' anonima i Thanateros hanno messo la freccia e si sono portati in corsia di sorpasso, e se l'elettronica non li aiuta poi troppo su "We Are the Ravens", sfruttano al meglio la vivacità di "Source of It all" e di "Fading", ma anche il mood drammatico, con quello scandire tipicamente teutonico, di "Solitude" (dove ritroviamo Johanna Krins) e di "Nothing Lasts Forever", quest'ultima forse solo un po' troppo dilatata ma interpretata con buon pathos e il giusto piglio da Richter, così come sulla conclusiva "Running up That Hill", un discreto, e personale, rifacimento della famosa hit di Kate Bush.

Dai Thanateros, fermandomi al nome del gruppo, mi sarei aspettato del Black o al più dell'Epic Power Metal, ovviamente largamente ispirato dalla Mitologia Greca, vista la fusione delle due divinità greche Thanatos ed Eros, siamo invece su tutt'altri lidi musicali, peraltro meritevoli di un ascolto.
Beh... sempre che non reclamiate il Black o il Power di cui sopra, e che siate aperti a un ibrido musicale, tutto sommato inconsueto e piuttosto ben riuscito.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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