Dopo
"Echoes form Cosmos of Old, mi ritrovo a parlare dei greci
Prometheus i quali, con il nuovo
"Aornos", proseguono il loro rapporto con la nostrana
I, Voidhanger Records, e, cosa più importante, confermano la bontà della loro proposta musicale.
I pochi tra voi che avranno letto la mia recensione del precedente lavoro sapranno in cosa si cimenta il gruppo, per tutti gli altri (la maggior parte disgraziati!) invece, sarà opportuno dirvi che i
Prometheus sono molto abili nel fondere la tradizione death del loro paese, fatta di misticismo, epicità, maestosità, con quella americana dei Morbid Angel volta a distruggere ogni cosa, mescolando il tutto all'interno di una sorta di alveo black che dona all'album una atmosfera sulfurea ed affascinante davvero irresistibile.
I
Prometheus scrivono canzoni ricche di melodia, feroci, legate alla cultura, possenti nel loro incedere a volte pachidermico, a volte velocissimo, e riescono ad unire tutte le molte anime della propria proposta in un'unica ribollente colata di metallo oscuro, a tratti drammatico, con evidenti inflessioni di matrice doom e con un approccio quasi "teatrale" nel suo saper costruire davanti ai nostri occhi immagini di antichi guerrieri greci che, senza paura, solcano il mediterraneo sulle proprie navi alla scoperta di un mondo, quella volta, ancora puro e primigenio nei suoi indomiti ed irrinunciabili valori.
"Aornos" è, dunque, un album complesso, ricco di pathos, avvincente, furioso e struggente, che, senza ombra di dubbio, deve essere ascoltato, interiorizzato, amato e rispettato per il sopraffino lavoro di arrangiamento che ci sta dietro e per la reale passione di musicisti che credono, fortemente in quello che fanno.
Gli dei greci sarebbero fieri dei
Prometheus!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?