Per chi non li conoscesse, gli
Highway Sentinels sono una nuova creatura, frutto del connubio artistico tra
Steven Rosen, già nel music business da eoni, e
Jimmy Waldo (Alcatrazz, New England, Quiet Riot ecc.). I due, amici da decenni, hanno sfruttato (come molti) il lockdown da Covid per dare vita finalmente a quel progetto lasciato nel proverbiale cassetto per anni e anni, e sono riusciti a reclutare una squadra non indifferente: oltre infatti a
David Reece (Accept, Bangalore Choir, Bonfire...),
Donnie Van Stavern (Riot) e
Mark Zonder (Fates Warning, A-Z, Warlord ecc.), il dinamico duo riesce a coinvolgere anche, in veste di guest, tutta una pletora di chitarristi da urlo, da Joe Satriani a Paul Gilbert, da Bumblefoot a Joe Stump, e molti altri!
Ma dunque, trattasi del dischetto hard rock dell'estate?
No.
Il dischetto in sé paga lo scotto di composizioni non particolarmente originali, puzza di già sentito da un miglio, non ha molti guizzi (a parte la Van Haleniana "Victi
m of the Night", la melodica e AOR "
I don't care anymore" e poco altro), e se non avesse questa lunga lista di nomi probabilmente non sarebbe nemmeno arrivato sul tavolo della nostra recensione, e da lì sul mio. Ma tant'è, non è un brutto album, buono per una corsa in macchina sulla Route 66 con la vostra cabrio, se non fosse che (probabilmente) una cabrio non ce l'avete, e (sicuramente) manco la Route 66... Ci siamo capiti, vero?
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