Partiti con salde radici nel doom e nello sludge, ben evidenti nel buon debutto
Chained To Oblivion, gli
Spirit Adrift hanno via via intrapreso un sentiero che li ha fatti piano piano virare verso un metal venato di doom (
Curse Of Conception), poi un heavy metal malinconico con qualche atmosfera scura (
Divided By Darkness,
ve ne parlavo qui) per approdare infine ad un heavy classico leggermente oscuro (
Enlightened in Eternity,
ve ne parlavo qui). In ogni occasione la band di Phoenix si è dimostrata molto convincente, con buone idee ed in grado di proporre materiale sempre interessante.
A due anni di distanza dal lavoro precedente e con tutte le limitazioni che abbiamo imparato a conoscere a causa del COVID,
Nate Garret torna oggi con l’EP "
20 Centuries Gone" per muovere un po’ le acque, per far sentire che il gruppo è ancora vivo. Lo fa proponendoci due pezzi nuovi di zecca scritti per l’occasione, affiancati da una serie di cover di band che
“hanno molto influenzato gli Spirit Adrift fin dall’inizio e che fanno parte del nostro background”. Questo è quello che ha dichiarato
Garrett, anche se viene un po’ strano da pensare dato che vediamo scelte a prima vista audaci, come nel caso di Thin Lizzy, ZZ Top e Lynyrd Skynyrd accanto ad altre più consone come Pantera, Metallica e, soprattutto, Type O Negative.
Prima vi parlo un attimo dei due nuovi pezzi, anche perché “
Sorcerer’s Fate” è un brano heavy tradizionale, galoppante e con parecchie influente degli Eternal Champion, sia nella voce che in certe parti del riffing. Non brutto, ma spero davvero non sia questo il nuovo corso della band. “
Mass Formation Psychosis” è invece un mid tempo fangoso, spesso, grosso che viaggia tra stoner e doom senza però convincere troppo.
Parlando invece di cover, la cui registrazione è un’operazione intrapresa da tantissime band in situazione di stasi dovuta alla pandemia, mostrano luci ed ombre. Si tratta di pezzi ben conosciuti, le caratteristiche degli
Spirit Adrift ci sono, ma…
Le prime tre cover presenti nella tracklist sono quelle meglio riuscite, soprattutto la tristissima e dolorosa “
Everything Dies”, che calza come un guanto alla band di Austin. Con “
Hollow” manca invece un po’ di tiro e sensazione di “selvaggio”, ma andiamo ancora piuttosto bene e devo evidenziare l’ottimo lavoro alla voce di
Nate, sia nell’interpretare
Steel che
Anselmo. “
Escape” è invece carina ma molto rotonda, parecchio meno incisiva dell’originale. Si parla comunque interpretazioni ben fatte e fedeli, assolutamente credibili, con un piccolo tocco di personalità nei suoni e nell’esecuzione.
Per quanto riguarda le altre tre proposte, quella dei Lizzy scorre senza sussulti e non impressiona; all’esecuzione di “
Nasty Dogs and Funky King” degli ZZ Top manca l’anima sudista ed il risultato non è molto coinvolgente. La stessa cosa si può dire per “
Poison Whiskey” che non acquisisce tinte heavy doomish, non rimane hard sudista ma finisce nel mezzo, depotenziata.
Come detto in apertura ho sempre amato la proposta degli
Spirit Adrift ma di 37 minuti di
20 Centuries Gone vanno presi per quello che sono: un divertimento, una parentesi di intrattenimento in attesa di mosse future e un segnale che la band è ancora viva e pronta all’azione. Ecco, spero che il futuro non vada nella direzione dei due brani originali, entrambi non molto convincenti.
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