Copertina 7,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2022
Durata:non disponibile
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. PSYCHE
  2. CARTESIAN EYE
  3. SYNASTRY OF HEARTBEATS
  4. PLEIADES
  5. TRAUMA CULTURA
  6. CLARK NOVA
  7. HYSTERIA
  8. MANTLEDEATH
  9. DOPPELGäNGER

Line up

  • Astrous: vocals
  • Achilleas C.: guitars, bass
  • Orestis Zyrinis: saxophone
  • Haris: drums

Voto medio utenti

Ok, giunti a questo punto tanto vale me ne faccia una ragione: gli Aenaon non diventeranno i nuovi Arcturus. A parere di chi scrive i loro primi due, fenomenali album, potevano anche corroborare simili previsioni, che tuttavia si sono rivelate via via esagerate.

Poco male in fondo: la compagine ellenica forse non ascenderà mai al gotha del black metal progressivo, ma ciò non impedirà certo loro di continuare ad immettere sul mercato lavori oltremodo convincenti e ben al di sopra della media del genere.
È stato così in occasione del precedente “Hypnosophy” (2016), ed è così anche oggi, all’uscita del quarto full length.

Mnemosyne”, introdotto come meglio non si potrebbe da un suggestivo artwork di Ben Howe, vanta un’ampia pletora di pregi: è suonato ed arrangiato con immensa perizia e possiede una produzione (a firma del chitarrista e bassista Achilleas C.) nel contempo nitida ed incisiva; ciò che più conta, il songwriting si conferma graziato da notevole ispirazione.

A livello di coordinate musicale, il neonato di casa Aenaon spinge ancor più sul carattere teatrale del sound; ciò non implica che l’elemento metallico si sia sbiadito, ma semplicemente che il mood del platter sia a questo giro ancor più decadente che aggressivo, più lascivo che rabbioso; semplificando l’assunto, più avantgarde che black.
Fondamentali, in questo senso, gli interventi delle clean vocals (opera di Frédéric Gervais) e del sax (già utilizzato in passato, ma mai con un ruolo così centrale).

Al netto di distinguo da recensore pedante, è una volta ancora l’equilibrio fra l’anima estrema e quella sperimentale dei Nostri a rendere speciali episodi come l’opening trackPsyche”, reminiscente della lezione dei connazionali (ed altrettanto sottostimati) Hail Spirit Noir, la successiva “Cartesian Eye”, che parte a propulsore come sapevano fare gli Enslaved dei tempi che furono per poi migrare verso lidi black'n'roll, o ancora “Mantledeath”, magistrale brano dal carattere eccentrico e altezzoso.
Per una volta ottimi e significativi anche i tre brevi inserti strumentali presenti in tracklist, il che, per chi scrive, non è poco.

Un paio di episodi leggermente sottotono (penso soprattutto a “Trauma Cultura”, salvata in corner da un chorus che, laddove intonato da ICS Vortex, avrebbe fatto gridare al miracolo) precludono a “Mnemosyne” l’8 in pagella, ma ciò poco leva all’ennesima grande prova di una compagine al tempo stesso estrosa e costante.
Nel mio piccolo, in definitiva, non posso che continuare a perorare la causa degli Aenaon; non diventeranno i nuovi Arcturus, ma in un mondo improntato alla meritocrazia godrebbero di una considerazione ben maggiore.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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