Nell'infinita marea di uscite mensili avevo deciso di dedicarmi all'ascolto degli spagnoli
Orthodoxy sulla scia di alcune buone/ottime recensioni in cui mi ero imbattuto per il loro debut
'Novus Lux Dominus' del 2019... avendo riposto la giusta fiducia nel parere dei 'colleghi' , mi aspettavo di trovarmi di fronte a qualcosa di veramente interessante invece … invece alla fine di questi asfissianti 44 minuti mi é rimasto un po' l'amaro in bocca … che i 4 spagnoli sappiano maneggiare la materia estrema non c'é dubbio, ma il loro é un doom-death non é riuscito a coinvogermi completamente, soprattutto per una scelta ritmica 'ibrida' , che non essendo né oltremodo claustrofobica, né distruttiva e veloce, finisce per attestarsi su un 'esecuzione 'moderatemente asfissiante' che alla lunga stanca e manca di mordente. Quando invece la band prende delle posizioni più marcatmente estreme, in un senso o nell'altro, come in
'Masked Beast', ne viene fuori un sund certamente più 'gradevole' , 'coinvolgente', distruttivo ed efficace. Cio' detto é altrettanto vero che
'Ater Ignis' é un album crudo e ostico, dove le vocals più aspre che gutturali, più acide che profonde, riescono ad aggiungere un buon plus alle composizioni. Nella tracklist, molto omogenea, spicca senz'altro la conclusiva 'Ater Ignis (Covenant Of Death)' per il suo incedere 'solenne' e marcatamente infernale . Alla fine di queste chiacchiere mi preme sottolineare come, al netto dei miei gusti personali, quest'album rimane un discreto/buon esempio di doom-death confezionato con sapienza e qualità, peccato solo che la qualità non sia costante in tutti i pezzi ...
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