Mi sono posto la domanda se avessi dirottato i miei soldini all’acquisto del nuovo lavoro targato
Nordjevel; dopo aver ascoltato questo terzo album dei blacksters norvegesi la risposta è no.
Non che sia un brutto disco, formalmente rispetta i canoni classici, ecco, formalmente, ma si ferma lì.
Brani che scaricano odio anticristiano come nell’apertura “
I Djevelens Skygge” che non rinuncia alla melodia dell’assolo di chitarra, o alla titletrack dalla chiara impronta distruttiva e uno screaming luciferino; la formazione si concede anche un rallentamento scurissimo nella maligna “
Spores of Gnosis”.
Però il sentore di tutto già sentito è presente, ai nostri manca quel cicinino di personalità, quel guizzo in più che li faccia risaltare rispetto alle miriadi di formazioni che intasano il genere.
Perché l’album ha dei buoni momenti, ma non spicca, non lascia un segno, sembra accomodarsi a fare il compitino.
Peccato, perché si sarebbero potuti aggiudicare un punto in più se avessero avuto più coraggio.
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