A molti di voi il nome Talas non dirà molto, e per questo vi odio, visto che io sono vecchio e voi no. Altri invece forse ricorderanno che questo è il nome della band che diede i natali musicali a quel fenomeno del basso che è Billy Sheehan, che con i suoi Mr. Big omaggiò la sua band di origine piazzando fisso in scaletta quello 'Shy Boy' che è diventato un manifesto del funambolismo musicale.

Ebbene, dopo essersi sciolti nel 1985, i Talas hanno approfittato della 'pausa covid' per rivedersi e assemblare il qui presente (per l'appunto) "1985", manifesto, sin dal titolo e dalla copertina 'Ritorno al Futuro', di una voglia irrefrenabile di riprendere da dove si era interrotto, di recuperare quella freschezza e la spensieratezza dei vent'anni, e di risuonare esattamente quell'heavy metal, grezzo, melodico e coinvolgente.

Urge qui un disclaimer per i fans dei Mr. Big: i Talas non somigliano tanto alla creatura di Paul Gilbert e soci, e potreste rimanere delusi nell'ascoltare il vostro Billy preferito in un ruolo più 'misurato' (ma è un eufemismo, Sheehan non è in grado di suonare meno di tremila note al secondo!).

La produzione invece è volutamente raw, e contribuisce non poco a creare quell'effetto 'tuffo nel passato' che questo disco cerca di ottenere, a mio parere riuscendoci pienamente.

Le canzoni sono piacevoli, divertenti e belle dritte, pochi fronzoli; la formazione sembra divertirsi un mucchio, e si sente in ogni nota; l'album ha la rara caratteristica, rara per i dischi degli attuali anni '20, di NON suonare di plastica e quantizzato, me di essere una bella boccata d'aria fresca in un mondo musicale che è sempre più un business e sempre meno un luogo dell'Arte.

E' il disco dell'anno? No. Vale la pena dargli un ascolto? Anche due. I Talas avranno un futuro? Non lo sappiamo, ma intanto vale la pena di godersi questo bel presente, che sa tanto di un passato bello, bellissimo, fico, fichissimo.