Questa one- woman band finnica mi ha piacevolmente sorpreso, perché conserva un’anima legata al proprio retaggio ancestrale venandolo di black metal.
Basta ascoltare l’apertura “
Alkusointu”, rituale ritmato da percussioni, tastiere e la voce della frontwoman evocativa in mezzo a campionature ambientali che portano all’arpeggio acustico di “
Marras” e la voce pulita femminile è dolce ed eterea poi ecco arrivare come un’onda l’attacco black metal fatto da una cavalcata cadenzata e riff neri e lo screaming acidissimo ma col ritornello pulito.
Con “
Hautavajo” prende corpo la materia nerissima fatta di metal estremo, riff melodici e voce posseduta ma con interventi puliti.
I tempi vanno da sfuriate a rallentamenti dove il pathos non viene mai meno e c’è un che di epico nella composizione.
La titletrack è venata di folk con le chitarre acustiche e la voce pulita evocativa ritmata da percussioni.
Il brano si elettrifica con scossoni epicheggianti e doomy dove le orchestrazioni che donano melodia al tutto.
Bisogna dire che nel mare magnum del metal estremo scandinavo trovare questa realtà così particolare e di valore è una bella novità.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?