Il super gruppo a nome
The Dead Daisies è una continua sarabanda di fenomeni ai vari strumenti, accompagnati dal fondatore
David Lowy.
E' quindi nel 2019 che, in seguito all'abbandono di
John Corabi alla voce e
Marco Mendoza al basso, la band decide di assumere un ragazzino di nome
Glenn Hughes a coprire entrambi i ruoli. Ed è in questa splendida formazione (Hughes, Lowy, Doug Aldrich e Brian Tichy) che incontriamo i nostri eroi in questo 2022, tra i solchi di un nuovo album intitolato "
Radiance".
Cosa aspettarsi è lecito dedurlo dalla formazione: Hard rock carico, sporco il giusto, stradaiolo, cantato e suonato da dio, e con una produzione bella cicciona, che nelle cuffie spinge bene il basso e mantiene un invidiabile bilanciamento. Poche sorprese quindi, ma le certezze sono di ottimo livello, e penso a brani come "
Face your Fear" o "
Born to Fly", che lasciano spazio a tutti per splendere, in particolare a quel gioiello di chitarrista che è Doug, mai abbastanza elogiato.
Glenn Hughes, dal canto suo, sembra essersi dimenticato di avere 70 anni e inanella l'ennesima produzione di altissimo livello. Qui, diciamocelo chiaro e tondo, funziona tutto. L'unica cosa che potrei rimproverare a "Radiance" è la tendenza ad assomigliarsi che molti brani potrebbero avere, ma se si assomiglia a cose belle, beh, c'è poco da lamentarsi.
Prendete la vostra decappottabile, dunque, dirigete sicuri verso la Route 66 (o sull'A1 tra Incisa e Barberino, che è praticamente la stessa cosa), e godetevi i Dead Daisies, nel solo modo in cui vanno goduti, ossia col volume a 11.
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