Da quando
Dean Wells ha preso il timone della meravigliosa creatura prog australiana a nome
Teramaze, la band è entrata in un periodo che definire 'prolifico' è un eufemismo, se è vero, come è vero, che il qui presente "
Flight of the Wounded" è
il quinto album in tre anni! E si badi bene, qui non si parla di best of, live, EP, qui si parla di cinque album fatti e finiti; e non solo, stiamo parlando di cinque album (compreso il nuovo nato) dalla qualità media alta, ma alta.
Incredibile vena compositiva, classica scusa 'pausa covid': qualche che sia la motivazione, i Teramaze sfornano un nuovo cd che continua nel solco del prog più melodico, mai ostentato ma mai dato per scontato, dove forse la prova vocale di Dean è la più varia e complessa, andando ad esplorare tutto il suo range vocale, harsh vocals incluse.
Ma è il meraviglioso uso della melodia che fa di pezzi come "
Battle" o "
Until the Lights" una perfetta commistione di soluzioni strumentali molto ragionate (e da spellarsi le mani) e linee vocali catchy ma mai melense o raffazzonate. Vedete, la forza di questa band è proprio nella incredibile capacità di rendere melodie orecchiabili e brani apparentemente (ripeto: APPARENTEMENTE) semplici, nascondendo in piena vista arrangiamenti invece molto complessi, dove la perizia tecnica di ognuno dei membri ha modo di splendere e brillare. Si ascolti l'opener title track, un monumento al prog di 10 minuti e passa, oppure la cattiva "
Ticket to the Next Apocalypse", dove la contaminazione si spinge qualche passo in avanti, per poi concludere col botto con una "
In the Ruins of Angels" che col suo mood malinconico, misto alla solita bravura esecutiva, cesella perfettamente l'ennesimo gran bel disco dei Teramaze.
Nel mia ormai lunga carriera di recensione, davvero raramente mi è capitato di ascoltare una band dal livello medio così alto e così consistente nel corso degli anni; molto spesso, la prolificità rischia di corrispondere ad un generale calo di qualità, ma fortunatamente non è questo il caso. Incredibile ma vero, "
Flight ot the Wounded" è l'ennesimo centro pieno di una band che, come già ebbi modo di scrivere un paio di recensioni fa,
non-ne-sbaglia-una.
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