Nostalgia, deja vu e malinconia a palate in questo terzo album dei norvegesi
Abyssic, nati dalle ceneri degli
Abyssic Dreams nel 2012, quando il mainman,
Memnoch, ha deciso di mettere fine alla sua esperienza con i marginali
Susperia, e dedicarsi anima e corpo al progetto iniziato nel 1997 … Come accennato il sound di '
Brought Forth In Iniquity' é fortemente ancorato al passato ed esattamente nella tradizione doom/death di inizi anni '90, quando
Anathema e
My Dying Bride dettavano legge in materia e davano alla 'luce' i loro immortali capolavori. Sarebbe pero' limitativo e ingiusto etichettare
Abyssic, come una semplice clone band, infatti partendo dalle innegabili influenze citate, i nostri aggiungono delle lentissime vibrazionie al limite del funeral doom per portarli in territori
Evoken o
Funeral (quelli norvegesi) stessi, senza dimenticare una componente prettamente sinfonica che potrebbe farli apprezzare ai primi fan dei nostrani
Graveworm ( a tal proposito vi invito ad ascoltare l'opener
'Cold As Winter Storm' o
'Djevelens Lyns' ) L'album a differenza dei predecessori dura 'solo' 50' minuti e risulta quind essere più accessibile e malleabile, ma allo stesso tempo 'essenziale' e bilanciato. Ottime le vocals, profonde e cupe, abbastanza monolitiche ma mai noiose. Se siete degli amanti delle sonorità lunghe e dilatate vi consiglio di buttarvi decisamente sul primo
'A Winter's Tale' , se invece preferite maggiormente una musica di sintesi, e i riferimenti citati fanno al caso vostro, allora questo
'Brought Forth In Iniquity' vi soddisferà in pieno regalandovi grandi emozioni (del passato) , voli fantasiosi e la giusta carica. Lavoro fuori tempo, ma di valore
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