Con il nuovo
Beyond the Wall i
Metalian imprimono il quarto sigillo nella loro discografia, seguitando a proporre un tipo di metal che rimane abbastanza particolare all’interno del panorama classic-revival. Non scappate e non spaventatevi se non li conoscete, non parliamo di speed-doom progressivo o NWOTHM infarcita di hip-hop ma il sound dei canadesi è capace di mischiare hard rock, classic metal e piccole dosi di punk e thrash. Funzionano? Sì, funzionano. Sono dei campioni? No, ma si ascoltano con piacere.
All’interno dei loro brani c’è sempre un sentore di fine anni ’70/inizio ’80, fischi, sporcizia, ruvidità, energia, soprattutto per il suono delle chitarre, per gli accordi e le progressioni che utilizzano. Questa è una delle caratteristiche che li differenzia da molte altre formazioni che prendono come riferimento sì band della NWOBHM ma nella loro fase più “adulta”. Queste peculiarità, questi echi di AC/DC, Motorhead, questo modo di suonare energico e cazzone a base di pentatoniche viene talvolta mischiato con melodie tipiche maideniane, addirittura con qualche immancabile coro “wooh ooh ooh”. Tutti questi elementi sono presenti ad esempio su “
Motorhorse” (con relativo rombo di motorette sgummanti), oppure sulla più spedita “
Fire on the Road”, e tornano spesso altri echi maideniani, ma di quelli dei primi due lavori, quelli più ruspanti, e sembra quasi di sentire
Clive Burr dietro il drumkit verso la metà di “
Last Chance to Ride”. Un plauso va fatto al cantante,
Ian, che se la cava abbastanza bene riuscendo a fare emergere la sua personalità ed il suo modo di interpretare le linee senza imitare cantanti famosi e, pur non avendo chissà quale estensione o potenza, si dimostra versatile, graffiante quando serve e sa adattarsi ai pezzi senza risultare monotono. Ok, la voce a volte è un pochino sottile e doppiata da una seconda e terza linea ma non facciamo i sofisticati, non è lo spirito di questo gruppo, anche perché quando vuole (vedi “
Solar Winds”) ci sa fare davvero. “
Beyond the Wall” e “
Cold Thunder” sprigionano invece una certa attitudine punk, quasi thrash primordiale e i
Metalian ci dimostrano proprio che fanno quello che gli pare: sono dei cazzoni che hanno la strada nel sangue, puzzano di sudore e benzina e mi sono fatto questa immagine di loro che suonano in uno sgangherato baretto di periferia in mezzo ai tavoli, bevendo e scapocciando con i presenti e... sorpresa! Quando ho caricato questa rece ho trovato il video live di "
Motorhorse" (che vi metto sotto) e ho avuto la conferma che sono proprio così come li immaginavo. La band ha sicuramente diversi difetti, non crea canzoni memorabili, a volte non si riesce a capire se non abbiano un’identità precisa o se la loro identità sia proprio quella di fregarsene, mettere i Marshall a 11 e suonare quello che gli pare. Una cosa però è certa: hanno energia, qualcosa che non compri con un plug in e non tiri fuori muovendo le manopoline del mixer. Non ci sono particolari differenze tra questo nuovo
Beyond the Wall (ma quanto fa cagare la copertina?) e i precedenti lavori, l'attitudine dei ragazzi di
Montréal è rimasta la stessa degli esordi.
Vi ricordate di quel periodo sul finire degli anni ’70 ed inizio anni’80, quando molta musica dura stava trovando la sua via ed i suoni heavy ad alto volume erano un misto di hard rock e nascente NWOBHM? Con i
Metalian siamo da quelle parti. Perfetti per accompagnare la guida o come sottofondo al pub. Perché non tutti i dischi devono aspirare a chissà quale valore artistico; servono anche cose semplici, normali e vere che facciano passare una quarantina di minuti piacevoli, magari con una birra in mano. Con i
Metalian abbiamo esattamente questo.
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