Härdrocker, un nome... una dichiarazione d'intenti, con l'attacco di "
Rider of the Night" che arriva poi puntualmente a confermare il tutto.
Heavy & Hard Rock, sporco, alcolico, senza fronzoli, con una chitarra distorta, basso pulsante e cantato ruvido e fumoso, con la somma del tutto che inizialmente non può che far pensare ai Motorhead.
E pensare che tutto questo è opera del solo
Moy Härdrocker, che ci scuote dalla capitale del Messico e che tra le sue influenze, assieme ai già citati Motorhead, Venom e Judas Priest, trai tanti altri gruppi menzionati, riporta anche gli svedesi Gehennah che avevano per l'appunto intitolato il loro esordio "Hardrocker". Se dei Priest non è che si evidenzino particolari influenze, lo stesso non si può dire per i Venom (gli stessi Gehennah iniziarono come cover band del trio di Newcastle), visto che la mano di Cronos si fa sentire spesso, come ad esempio su "
Demonz Axe" o "
Speed Motorized Rock n Roll" (dove anche il drumming rimanda apertamente a quello di Abaddon), questo anche l'unico brano dove
Moy si avvale di aiuto esterno, con
Tony Rol (Hellrot) e
Isaac Wild (Black Mask) si alternano negli assoli di chitarra.
Nello scorrere la tracklist, incappiamo così in ben poche sorprese, dato che non si possono definire tali le distorsioni di "
Outlaw", brano che mi ricorda i Warfare, se non in occasione della scelta della cover piazzata sul finire del disco, per la quale
Moy guarda al terzo album dei Thor, dal quale riprende, e strapazza a modo suo, "
Warhammer".
Per niente nostalgico e posticcio, "
Rider of the Night" è sicuramente un buon punto di partenza per
Moy ed i suoi
Härdrocker, che in futuro potrà togliersi (e magari darne anche a noi) belle soddisfazioni.
Metal.it
What else?
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?