La caccia alle streghe ed i processi sommari che, durante il Medioevo, condussero migliaia di donne alla morte, sono una ignominia, una delle tante, di cui si è macchiato il genere "umano" ed, anche, un argomento tanto tetro, quanto affascinante, capace di stuzzicare l'interesse di generazioni di musicisti dediti all'occulto che, con il pentagramma ed in vario modo, ne hanno musicato le atrocità.
All'interno di un solco se vogliamo già tracciato, gli italiani
Incantvm esordiscono, dunque, con
"Strigae" un concept album, lo avrete capito, incentrato proprio su queste tematiche "velenose" le quali vengono sviscerate per mezzo di un suono contorto, sofferente, fortemente teatrale che affonda le sue radici negli anni Settanta ed in band come Black Widow, Atomic Rooster, Black Sabbath e High Tide, ma che viene reso moderno dall'evidente inclinazione Black Metal che
Vittorio Sabelli, mente dei grandi Dawn of a Dark Age, riesce a dare a quella che è una vera e propria Opera Musicale nella quale, con maestria, si fondono parti recitate, riffing malvagio, doom, arrangiamenti orchestrali, urla strazianti, gelo del Nord, dark jazz e tanta, ma tanta, maestria e cultura.
"Strigae", abbellito da un Artwork eccellente opera del pittore Salvator Rosa, è un album ricco e complesso, dall'animo finemente prog ma
estremo nella sua atmosfera occulta e nelle sue, durissime, esplosioni strumentali intelligentemente mixate con strumenti "tradizionali" e con il clarinetto di Vittorio che, come al solito, stupisce per talento visionario e istinto notturno, mentre il tutto viene reso ancora più affascinante dai tanti ospiti presenti che, ognuno a modo proprio, marcano a fuoco un lavoro molto distante dalla massa plasticosa dei giorni odierni.
Gli
Incantvm, a mio modesto parere, sono la versione da "teatro horror" dei Dawn of a Dark Age, sostituendone lo spirito epico con quello dolente delle sofferenze di povere donne che, senza nessun vero motivo, venivano condannate a fine atroci ed infami, e sono una perversa orchestra, dal suono antico / moderno, magistralmente reso unico all'interno di composizioni lunghe e lugubri che necessiteranno di tutta la vostra attenzione per essere capite, interiorizzate ed amate.
Ma, alla fine, ne sono certo, sarà amore per forza, perché
"Strigae", con le sue melodie ed il suo carico pagano, è un album semplicemente
bellissimo che non può, e non deve mancare, nella collezione degli amanti del nero assoluto e della grande musica in generale.
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