Nel 2023 ecco il ritorno di
Alex Krull e compagnia con l’ultimo capitolo della trilogia.
C’è anche un cambio di formazione all’interno con i nuovi arrivati dai
Leave’s Eyes,
Andre Nasso, ex
Sadist al basso e
Luc Gebhardt alla seconda chitarra.
Questo nuovo album certifica la volontà dei tedeschi di tornare su sonorità più violente ed estreme.
Si parte con la sinfonica “
Desecration of God”, dove le prime note di piano lasciano il posto a coro e orchestrazioni che poi danno il via all’attacco a testa bassa.
L’up tempo è serrato con riffing compressi, cambi di tempo e un chorus semplice ma ben fatto; le vocals di
Krull sono cavernose ma comprensibili, il solo è breve e malsano il giusto.
“
Born to kill” è un panzer che ti assale a colpi di death metal, gran lavoro a livello ritmico e soprattutto il climax è volutamente senza pietà.
I riff sono serrati ed oscuri con gran lavoro di batteria che mena colpi con decelerazioni e improvvise sfuriate a rotta di collo,
“
Bleeding for blasphemy”, parte veloce come una rasoiata inserendo chitarre armonizzate per poi diventare una cavalcata estrema.
La produzione sfrutta tutto il possibile per rendere il suono potente e chiaro anche se io avrei preferito un risultato meno plasticoso e più sporco, adatto ad un genere come questo.
La inquietante “
Malicious sukkubus”, vede la partecipazione di
Elina Siirala dei
Leave’s Eyes,
Zoe Marie Federoff dei
Cradle Of Filth; composizione dal taglio maligno con effetti ed orchestrazioni horror.
Brano in mid tempo con un gusto ferale reso bene dalle vocals del frontman e soprattutto il solo è adatto alla composizione.
L’ultima “
Teufelmarsch” vede qui la partecipazione degli ospiti
Robse Dahn degli
Equilibrium e
Misstiq alle orchestrazioni.
Brano di puro death metal veloce, feroce e le tastiere danno un piccolo tocco sinfonico ma senza intaccare il tessuto aggressivo, i doppi vocalizzi in growl/scream aumentano il grado aggressivo.
Un ultimo capitolo che sicuramente è sintomo del buono stato di salute compositiva dei teutonici, non sarà un capolavoro ma si lascia ascoltare volentieri.
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