'Oddio! Un altro album sulla guerra no!'Tranquilli, è vero che
'1714', debut album degli spagnoli
Whirlwind, ha canzoni (e cover) che si rifanno a tematiche belliche, ma non aspettatevi richiami alla Sabaton con tastierine, sottofondi epici che rendono se possibile ancor meno epica l'atmosfera, o ritornelli svogliati. La band, attiva da dieci anni e senza pubblicazioni precedenti di ogni sorta, spunta in questo finire dell'anno con una grande prova di heavy metal senza tanti compromessi che sicuramente saprà accontentare gli ascoltatori più incalliti del genere.
Riff alla Running Wild (
'Rebels Arise!' per dirne una), qualcosa degli Agent Steel, Exciter e Judas Priest 70's ed ecco il piatto servito. Non è solo mero citazionismo però, perchè i
Whirlwind sanno mischiare sapientemente il tutto con una grande dose di personalità che sicuramente non fa mai male, e contribuisce a non stancarsi mai durante l'ascolto di questi 51 minuti. Ed è sopratutto la band di
Rock 'N Rolf ad essere la più grande ispirazione, dato che non solo nel monicker scelto, ma anche nei pezzi come vedremo la loro impronta è sempre presente.
[Foto fornita nel Comunicato Stampa]
Dopo una breve intro prende piede
'The Call', e che partenza! I cinque musicisti sembrano non voler rallentare, e con riff dannatamente coinvolgenti, ritornelli che sicuramente spopoleranno in sede live, ma anche in versione studio fanno la loro figura e la voce esplosiva di
Héctor Llauradó, l'album non presenta quasi mai dei cali. Un citazionismo troppo forte è presente in alcuni momenti, come su
'Gallows Tithe' o
'Red September' ma nulla di cui preoccuparsi troppo se ciò che per voi ha importanza è la buona musica.
'Cannon Of Infuriation', come suggerito anche dal nome scelto, è un pezzo che grazie anche a melodie azzeccatissime riesce a far trasportare su una nave pirata pronta all'attacco.
'Immortal Heroes' è una canzone che viaggia su un chorus troppo sempliciotto, ma nel complesso passa senza troppi problemi, e tocca a chiudere in bellezza ad
'Echoes Of Time', una bombetta di cinque minuti e rotti dove l'adrenalina scorre a palate, e che termina l'ascolto nel miglior modo possibile.
Qualcuno potrebbe chiamarli cloni ben riusciti di altre band, ma in
'1714' si sente oltre ad una ammirazione per i grandi del passato, una passione e un'astuzia nel saper creare canzoni che ancor prima di essere 'ben suonate', vere, sincere, prive di maschere....insomma, heavy metal. Non perdetevelo.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?