Dopo un album auto prodotto, uscito solo su Bandcamp, lo slovacco
Verminitar, membro unico degli
Spectral Corruption, riesce a dare alle stampe il suo "vero" debut grazie all'interessamento della
Signal Rex.
Chi conosce l'etichetta portoghese saprà cosa aspettarsi:
"Requiem" è un album di raw black metal, ancorato agli anni '90, che, nel caso specifico, sembra essere una sorta di mix tra Satanic Warmaster, per la sua parte più violenta ed epica, e Xasthur per la componente di disperazione, evidentissima soprattutto nello scream, in un connubio, a mio modesto parere, ben bilanciato e sicuramente interessante a patto che non si cerchi originalità a tutti i costi o registrazione "laccata".
Spectral Corruption ci offre, dunque, un suono primordiale, freddissimo, fatto di pochi riff, sostenuto da una batteria distruttiva, che è più facile intuire che sentire veramente, ed è in grado di dare consistenza al nero assoluto che trasuda da ogni nota e da ogni urlo del leader.
Come da copione, in un album del genere va cercata, soprattutto, l'atmosfera malata e notturna e, da questo punto di vista,
Spectral Corruption ci regala emozioni molto forti ed una serie di intuizioni che faranno scorrere gelidi brividi di piacere lungo la schiena di chi ama questo suono semplice, violento, vomitato fuori dall'inferno, carico di odio e dolore, perfetto per accompagnare l'inverno e la morte della luce.
"Requiem", come da titolo, è la colonna sonora della fine: tra le sue note c'è la morte, c'è il vuoto, c'è sofferenza... questa è musica nera per anime nere.
Se siete dannati nell'animo, quest'album vi catturerà.
Se non sapete cosa sia il vero black metal ed il vero disagio esistenziale, questa musica sarà solo rumore.
Io, per quanto mi riguarda, premo ancora una volta il tasto play e mi godo lo "spettacolo" di brani come
"Souls of Abhorrence" e compagnia luciferina.
Croci capovolte come piovesse.
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