Dopo aver dato alle stampe un paio di EP ad inizio anno, il quartetto degli
Slugcrust ha rotto il ghiaccio con la pubblicazione, tramite la
Prosthetic Records, del debut album
“Ecocide”.
La band proveniente dal South Carolina si cimenta in un grindcore misto ad elementi punk e crust, muscolare quanto confuso, in cui le fiches al tavolo da gioco sono tutte puntate sotto la voce “impatto”.
Siamo quindi alla presenza di canzoni brevi, dalla durata media inferiore ai due minuti, ultradirette in cui l’assenza di spunti interessanti si fa sentire più dell’effetto centrifuga”, elemento quest’ultimo che sovrasta ogni cosa (si ha l’impressione che tutto giri intorno alla batteria di
Brett Terrapin) rendendo “
Ecocide” un autentico paciugo in cui è difficile riconoscere, anche dopo alcuni ascolti, un brano piuttosto che un altro.
Certo comprendo che si tratta di musica che esprime il meglio di sé in sede live, dove l’energia e la tensione intrinseca del grind trovano naturale sfogo, ma in questo caso trovo davvero difficile vedere il bicchiere mezzo pieno.
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