Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:38 min.
Etichetta:Moribund Records

Tracklist

  1. MASTICATING MAGGOTS
  2. BAPTIZED IN MUTILATED INNARDS
  3. EDIBLE CRANIUM
  4. DISEMBOWELED
  5. RETURN OF THE ROTTEN DEAD
  6. WORM EATEN
  7. REVEL IN MADNESS
  8. INHUMAN SACRIFICE
  9. PERPETUAL SUFFERING
  10. MIASMA OF PUTRID DECAY
  11. EVIL INCARNATE

Line up

  • Mikael Lindgren: Drums, Bass
  • Patrik Eriksson: Guitars
  • Mattias Lilja Vocals
  • Mattias Björklund: Guitars

Voto medio utenti

Veloci come il fulmine gli svedesi Carnal Savagery, che in poco più di 6 mesi dalla pubblicazione di 'Scent Of Death' se ne escono a Novembre con questo nuovo 'Worm Eaten'. Chiariamo fin da subito che il sound, ma sopratutto l'attitudine, non è cambiata di una virgola, e la band continua imperterrita su quel filone melodic death metal che senza ombra di dubbio tiene alta l'asticella dell'attenzione, ma che alla lunga fa sembrare praticamente tutti i pezzi uguali.

Il quartetto gioca molto su cambi di riff abbastanza prevedibili, come su 'Perpetual Suffering', momenti più veloci che ricordano alla lontana gli Asphyx, ed altri che incentrano il tutto sulla pesantezza e sull'headbanging facile, vedasi 'Return of the Rotten Dead', con il suo incedere pachidermico, che però assomiglia tremendamente alla Titletrack che è il pezzo appena successivo. Funziona sempre bene il growl di Mattias Lilja, ma quando il senso di deja-vu non solo a paragone con le loro precedenti release, ma anche nel disco stesso si fanno evidenti, tutto ciò che è di buono passa in secondo piano quando ci si dedica ad un ascolto più attento. 'Revel in Madness' ad esempio un qualcosa di 'motorheadiano' rivisto in chiave death, ma potrebbe esser scambiato per un qualsiasi pezzo nel genere con un po' di velocità e blast beat messo a caso.

Una release che si apprezza per quel senso di esser tornati a casa, in un posto dove possiamo sentirci a nostro agio con ciò che conosciamo bene e dove non vi è nulla di diverso. Ma il problema alla radice è che non vi è neanche un minimo cambio di suono, di produzione, struttura dei pezzi, e alla fine dei conti 'Worm Eaten' inspira sì fiducia e sicurezza, ma forse anche troppa.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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