I
Naked Soldier sono una formazione di Zurigo, nata recentemente dallo scioglimento dei Mantra. Ragazzi molto giovani, ma non sprovveduti. Sfruttando le precedenti esperienze in un paio di anni sono riusciti a farsi notare nel circuito locale, grazie anche ad una buona attività live che li ha portati a condividere il palco con gente come Duel e Valley of the Sun.
Adesso pubblicano il primo full-length, per
Sixteentimes Music. Il loro stile è semplice e diretto: heavy rock robusto e moderno, con inflessioni stoner e grunge. Niente più, niente meno.
Riff potenti, energia e tensione, pezzi compatti e grintosi, buon cantante dalla voce piena e virile. Un tipo di sound pienamente ispirato agli anni '90: dai Kyuss più d'impatto agli Orange Goblin, dai Soundgarden agli Alice in Chains. La maggior parte dei brani si presenta squadrata e rocciosa, carica di adrenalina e dritta al punto, ma ci sono anche delle soluzioni differenti.
"
Green pool" e "
No option" aprono le danze con lo spirito alcolico e ribelle dei southern rockers di ultima generazione: volume al massimo, riff turgidi e viscerali, urgenza da headbanging e attitudine da rissa del sabato sera. Roba che piacerebbe ai Rrrags o ai Serpent of Secrecy, svelta e cazzuta il giusto. Nulla di nuovo, ma fatto con onesta passione.
Talvolta emerge una propensione per lo stoner più bombastico, vedi "
Embrace the chaos" o la poderosa e super-groovy "
Walk your way" (dove ricordano i Duel), in altre occasioni subentra un feeling di tipo grungy, nell'accezione hard e rugginosa del genere ("
Wicked man", "
Melanchomaniac"). Gli svizzeri riescono ad interpretare il tutto con degna tensione, senza azzardare soluzioni troppo ambiziose ma evitando anche di apparire troppo banali e prevedibili. Il tiro strumentale rimane costantemente tosto e pulsante, gli aspetti melodici sono curati e le canzoni scorrono via con una buona piacevolezza high-energy rock.
Nel finale la band si avventura comunque in un paio di tracce più estese e scenografiche: "
Satellite" è una cavalcata aspra, tesa, carica di melodia amara e notturna (vagamente sul genere di "Black hole sun", ma meno affascinante), mentre "
Love tree" è una interessante incursione in territori psichedelici del tipo cormic-rock con un gran lavoro chitarristico della coppia
Corrodi / Nann e la voce graffiante di
Patrik Caminadar. Brano da otto minuti che nella prima parte si dipana lentamente, pieno di echi spaziali ed atmosfera misterica e rarefatta, per tornare successivamente nei binari di un vigoroso stoner-grunge. Episodio sperimentale, un pò diverso da tutto il resto, ma a mio avviso testimonianza che il quartetto possiede spazi di manovra per una futura crescita.
Gli svizzeri esordiscono in maniera discreta: di positivo c'è sicuramente l'energia e la decisione che riescono a trasmettere, una buona efficacia strumentale e vocale, grinta e passione da rockers stradaioli; dall'altro lato si nota ancora qualche richiamo di troppo agli standard dell'heavy stoner ed una struttura dei brani talvolta un pò schematica. Disco onesto, band che può migliorare.
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