Terzo full length per i
Grim Justice in poco più di dieci anni di attività, sempre sotto la guida della cantante (anche alla chitarra ritmica)
Michela Vignoli e del chitarrista
Thomas Strohmayer, i due punti fermi della band sin dai loro esordi.
E tutta la loro dedizione è subito palese, già dall'iniziale "
Justice in the Night", dove intravediamo un Heavy Metal ottantiano influenzato da Doro Pesch e dai Crystal Viper di Marta Gabriel, realtà giustamente citate dalla stessa band viennese nella propria biografia.
Un approccio che è evidente anche nello svolgimento dell'anthemica "
Curse Of The Moon", nel caso fortemente maideniana, con un approccio affine a quello messo in campo dai primi Mesmerize, che ritroviamo nella successiva "
(This) Dark Soul (Of Mine)".
Un po' più spigolosa, nelle ritmiche, e quadrata, "
(The) House (that Lies) in the Shadows" pare invece risentire maggiormente il fascino dello Stregone che campeggiava sulla cover di "Burning the Witches".
Siamo già a metà del disco, e i nostri si ricordano della componente melodica e avviano "
Terminus III" con uno di quegli arpeggi cui le band degli eighties ricorrevano spesso e volentieri, e sul quale si appoggia poi
Michela Vignoli, vera mattatrice di un brano che sfila via sì minaccioso ma senza particolari scossoni. Sempre a proposito di melodie, ecco farne capolino su una "
Hey Angel" non propriamente brillante e a metà tra il Metal teutonico e l'easy listening, in linea con i lavori (guardo soprattutto a "Calling the Wild" e a "Fight") meno riuscito di Doro Pesch e forse con un pizzico alla
Pat Benatar wannabe, tentativo infelice, dato che non basta quel poco di grinta che la cantante piazza sul finire del pezzo, per cambiarne il giudizio finale.
A risollevare le azioni della
Grim Justice & Co, ci dovrebbe pensare "
When Night Falls", una nuova versione di una canzone già presente sul loro primo demo e risalente al 2011, che si segnala non solo per il suo mood seventies e per un notevole guitarwork, con tanto di wah-wah, ma anche per ospitare una delle miglior performance di
Michela Vignoli.
E un po' a sorpresa la formazione austriaca anche con la conclusiva "
Argus" torna a tuffarsi nel proprio passato, riprendendo una canzone del loro omonimo esordio, ma stavolta l'attaccamento al Classic Metal è totale, con i Grim Justice che sguazzano tra Saxon, Warlock, White Skull, Zed Yago, ecc...
"
Justice In The Night" è un album onesto e piacevole da ascoltare, dove però gli austriaci non sempre riescono a bilanciare al meglio l'eredità Eighites e i propositi di strizzare un occhio a soluzioni un po' più orecchiabili.
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