Sono ben sei gli anni di assenza, perlomento sul mercato discografico, da parte degli
Ivory, band torinese che avevamo lasciato nel lontano 2016 con la pubblicazione del loro ultimo full length "
A Moment, a Place and a Reason" da parte della Buil2Kill.
Nel frattempo il nucleo della band che gira attorno alle figure di
Luca Bernazzi, Salvo Vecchio e Claudio Rostagno è rimasto stabile, al contrario gli Ivory hanno dovuto far fronte ad un nuovo cambio di cantante, con la fuoriuscita di
Rob Bruccoleri, ex voce dei
Projecto. A sostituirlo dietro al microfono un volto più che noto, ovvero
Davide Dell'Orto, la voce storica dei
Drakkar nonchè protagonista in una miriade di dischi e progetti vari quali
Athlantis,
Gabriels e
Crimson Dawn ed anche la label che ci presenta questo nuovo EP a nome "
A Social Desease" è uno dei nomi storici della scena italiana, ovvero la
Underground Symphony di
Maurizio Chiarello che da ormai 30 anni ha fatto e continua a fare la storia del metal tricolore, e non solo.
A livello stilistico gli Ivory da sempre si muovono con eleganza e carisma in un piacevolissimo limbo a metà tra hard rock sanguigno ma con estrema e riuscita ricerca della melodia e progressive metal, seppure questa componente non sia predominante ed invasiva sulla "forma canzone" che ha comunque sempre la massima attenzione. A differenza delle voci precedenti degli Ivory (non abbiamo citato
Ivan Giannini, attualmente nei
Vision Divine), Dell'Orto possiede un timbro più sporco e graffiante che tuttavia si sposa molto bene con i cinque brani proposti in questo EP, come ben dimostrato dall'opener "
The Hard Trail", impreziosita da uno splendido assolo di Salvatore Vecchio, assoli che saranno una delle marce in più di quest'uscita, e dalla successiva e quasi sleazy "
On the Wrong Side".
La ballad "
The Answer is Love", posta a metà lavoro, probabilmente rappresenta l'episodio più inaspettato, con atmosfere soffuse e quasi sofferte, che mi hanno ricordato qualcosa degli
Extreme di "
III Sides to Every Story", proposta decisamente particolare ma gradita, sicuramente inaspettata da parte del sottoscritto conoscendo il background degli Ivory.
Con la doppietta finale, rappresentata da "
Our Kingdom" e dalla lunare "
Burning Passion", Bernazzi e soci riportano in carreggiata sonorità più hard rock e refrain decisamente azzeccati ed energici, confermando la bontà di questo "A Social Desease" come biglietto da visita benaugurante per un più stabile e continuo ritorno nel music business.
Da segnalare l'ottimo e curatissimo digipack e la produzione cristallina, ottenuta sia autonomamente sia con l'ausilio di una garanzia come
Mattia Stancioiu presso gli
Elnor Studios; adesso, passata peraltro l'emergenza Covid, ci sono davvero tutti gli elementi per ripartire!